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Vaccini, Israele consiglia una terza dose

ebreo ultraortodosso si fa vaccinare
Israele è uno degli Stati che ha maggiormente vaccinato la sua popolazione. Associated Press

Da domenica lo Stato ebraico avvio di una campagna di vaccinazione con una terza dose di Pfizer per gli ultrasessantenni che hanno già ricevuto le prime due dosi più di cinque mesi fa.

Si fa sempre più strada l’ipotesi di una terza vaccinazione, soprattutto di fronte all’impennata dei contagi causata un po’ ovunque dalla variante Delta.

Israele, che è stato uno dei Paesi che finora ha vaccinato di più, è il primo a consigliare una terza dose di vaccino. La campagna partirà domenica e riguarderà in un primo tempo gli ultrasessantenni.

“La realtà dimostra che i vaccini sono sicuri”, ha sottolineato il premier israeliano Naftali Bennett alla televisione. “Proteggono da forme gravi di malattia e dalla morte”.

Dopo aver sostenuto che l’efficacia delle prime due dosi sta gradualmente calando, Bennett ha aggiunto: “Il nostro obiettivo è di mantenere aperta la economia di Israele. Ma dobbiamo comprendere che c’è una gara in corso fra le vaccinazioni e la pandemia. Di conseguenza dobbiamo far sì che il ritmo delle vaccinazioni superi quello della pandemia”.

Efficacia diminuisce del 6% ogni due mesi

In effetti è di oggi la pubblicazione di uno studio internazionale secondo cui, nell’arco di sei mesi, la protezione del vaccino anti Covid di Pfizer-BioNTech passa dal 96,2% all’83,7%.

L’efficacia del vaccino, rileva lo studio pubblicato sul sito MedRxiv, raggiunge il picco durante l’intervallo da 7 giorni a 2 mesi dopo la seconda dose, e diminuisce gradualmente all’83,7% da 4 a 6 mesi, con un calo medio del 6% ogni 2 mesi.

Anche l’Ue, tra l’altro, ha fatto sapere che non vuole farsi trovare impreparata. “Siamo molto consapevoli che servirà un rafforzamento del vaccino ed è il motivo per cui ci stiamo preparando, ad esempio concludendo un terzo accordo con Pfizer-BioNTech per 1,8 miliardi di dosi che serviranno se occorrerà fare una terza dose, oppure per combattere le varianti, o se servirà vaccinare altri gruppi come ragazzi e bambini”, ha detto un portavoce della Commissione. “Per essere pronti abbiamo anche opzionato altre 150 milioni di dosi di Moderna”, hanno aggiunto da Bruxelles, chiarendo comunque che “tutte le decisioni saranno prese in base alle evidenze scientifiche”.

La Radiotelevisione svizzera ha chiesto lumi al dottor Alessandro Ceschi, primario dell’Istituto di scienze farmacologiche dell’Ente ospedaliero cantonale ticinese, in merito all’efficacia dei vaccini. In Svizzera, per ora, si è deciso solo che si procederà a una terza vaccinazione per una particolare categoria di persone, ovvero gli immunodepressi, afferma Ceschi.

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