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Utenza in aumento sui treni elvetici

La pandemia è solo un ricordo.
La pandemia è ormai solo un ricordo. © Keystone / Christian Beutler

Il traffico viaggiatori è aumentato a 5,64 miliardi persone-chilometro (+14,8% su base annua), nel secondo trimestre dell'anno. Ristagna invece il comparto merci. 

È stato un secondo trimestre da primato per il trasporto passeggeri su rotaia in Svizzera. Da aprile a giugno sono stati contati 5,64 miliardi di viaggiatori-chilometro (unità di misura degli spostamenti passeggeri per un chilometro), cifra che supera il precedente picco del 2019.

Secondo quanto hanno comunicato LitraCollegamento esterno e Unione dei trasporti pubblici si tratta del dato più alto da quando sono iniziate le misurazioni trimestrali nel 2014. L’incremento è consistente sia rispetto al trimestre precedente (+8%), sia su base annua (14,8%). Anche rispetto allo stesso periodo del 2019, anno prepandemia, si assiste a un aumento del 5,9% di viaggiatori per chilometro percorso.

Secondo quanto riferito da Simon Steinlin, dell’associazione che promuove il trasporto pubblico, l’evoluzione del traffico passeggeri è trainata soprattutto dal trasporto regionale che ha conosciuto un sensibile incremento di utenti. Un ottimo riscontro di osserva anche riguardo agli spostamenti nel tempo libero e nei fine settimana.

Treno assai apprezzato nella Confederazione

Del resto queste cifre non sorprendono più di quel tanto, la rotaia è storicamente apprezzata dalle e dagli utenti e le ferrovie svizzere risulta la migliore nelle varie classifiche internazionali, in particolare europee, per quanto concerne i passeggeri trasportati, la puntualità dei treni, i chilometri percorsi per passeggero e gli incidenti. Aspetti certificati, ad esempio, dall’European Railway Performance IndexCollegamento esterno alcuni anni fa.

Con l’introduzione dell’orario cadenzato nel 1982, il numero di passeggeri è costantemente aumentato. Un’evoluzione che si è rafforzata con l’apertura delle grandi trasversali ferroviarie alpine che hanno reso estremamente competitivo, soprattutto in termini di tempo, il viaggio su rotaia rispetto alla strada.

Boom nel traffico regionale transfrontaliero

Non solo, sull’asse nord-sud, nel traffico di lungo raggio che ha sicuramente beneficiato dell’inaugurazione nel giugno 2016 della galleria di base del San Gottardo, ma anche quello transfrontaliero regionale che con la successiva messa in esercizio a fine 2020 del traforo del Ceneri, ha conosciuto un vero boom.

A questo riguardo c’è da rimarcare l’incremento l’anno scorso del 14,1% dell’utenza sui convogli di TiLo, la compagnia transfrontaliera partecipata fa FFS e Trenord che gestisce il traffico regionale in Ticino e Lombardia, rispetto al 2019 (prima quindi del Covid-19). Nelle zone a ridosso del confine sono stati oltre 19 milioni le e i passeggeri trasportati dall’impresa italo-svizzera.

Più in generale sui convogli delle Ferrovie federali viaggiano fino a 1,25 milioni di passeggeri al giorno, per un totale di oltre 450 milioni le persone trasportate. Le FFS sono semmai vittime del loro successo. L’infrastruttura ferroviaria ha infatti raggiunto il suo limite di capacità in molte tratte e in prospettiva si rendono indispensabili importanti interventi che però si scontrano con un territorio densamente urbanizzato in molte zone e morfologicamente complicato.

In Governo federale in proposito ha delineato le linee strategicheCollegamento esterno con un riferimento temporale al 2050 per il potenziamento della rete ferroviaria nazionale e vengono costantemente aggiornati i relativi programmiCollegamento esterno di ampliamento.

Meno merci su rotaia

Segna il passo invece il settore merci, dove i 3,08 miliardi di tonnellate-chilometro, pur rappresentando un lieve aumento rispetto ai tre mesi precedenti, costituiscono un calo del 3,2% su base annua.

+ Il trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia ristagna

Su questo specifico segmento di mercato pesano però diversi fattori, tra i quali c’è da annoverare soprattutto la sfavorevole congiuntura economica in Europa, cui si aggiungono la momentanea bassa qualità operativa e gli alti costi.

Il trasporto transalpino, rileva sempre la Litra, è sceso del 4,4% su base annua, un calo superiore a quello dell’insieme del traffico merci. Anche in questo settore si rafforza un trend che si era già delineato precedentemente.


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