Relazioni conflittuali? No, normali divergenze tra vicini
Le relazioni tra Berna e Roma sono “strette e sicuramente non bellicose”: l’ambasciatore italiano in Svizzera Marco Del Panta getta acqua sul fuoco dopo le numerose polemiche nate negli ultimi mesi in seguito ai controversi provvedimenti adottati dal Ticino e invita a guardare più in là dei “meri numeri dei frontalieri”, valutando anche tutti gli impatti positivi della libera circolazione delle persone.
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Ticinese trapiantato ormai da secoli nella Svizzera francese, mi interesso di temi di società, politici, storici e di cifre, con un occhio di riguardo alla presenza italiana in Svizzera e viceversa. Iniziali: mar
Nella sua veste di diplomatico, Marco Del Panta Ridolfi usa toni pacati e conciliatori per descrivere le relazioni tra Svizzera e Italia. Relazioni che sono “strette e sicuramente non bellicose”, sottolinea. “Il dialogo politico è intenso”, prosegue, ricordando in particolare che venerdì 5 maggio la presidente della Confederazione Doris Leuthard incontrerà il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni a Roma.
Udienza da Papa Bergoglio
Oltre a incontrare il premier Paolo Gentiloni e il suo omologo, il ministro dei trasporti Graziano Delrio, nel corso della sua visita a Roma la presidente della Confederazione Doris Leuthard sarà ricevuta sabato in udienza privata da Papa Francesco.
Lo stesso giorno, la consigliera federale presenzierà anche alla cerimonia di giuramento delle reclute della Guardia svizzera pontificia.
Secondo la tradizione, il giuramento delle nuove guardie si tiene il 6 maggio in ricordo dei 147 soldati uccisi nel 1527 durante il Sacco di Roma.
Anche se l’economia non è tutto, gli scambi commerciali tra i due paesi riflettono bene questa “lunga amicizia”, rileva ancora Del Panta: “L’Italia è il terzo partner commerciale della Svizzera e, cosa forse ancora più sorprendente, la Svizzera è a seconda degli anni il quinto o il sesto partner commerciale dell’Italia”.
Una lunga amicizia che negli ultimi mesi ha subito qualche contraccolpo, in particolare a causa di alcune controverse misure adottate dal Ticino: casellario giudiziale, legge sugli artigiani, legge sulle commesse pubbliche, tassa di collegamento, chiusura notturna di tre piccoli valichi di frontiera… Tutti provvedimenti che sono spesso stati visti in chiave anti-frontalieri.
“È ovvio che tra due paesi vicini ci sono anche delle questioni su cui non siamo d’accordo, ma ciò non vuol dire che le relazioni siano bellicose”, tempera l’ambasciatore italiano. Come leggere allora la recente convocazione del suo omologo svizzero a Roma Giancarlo Kessler, chiamato a spiegarsi davanti al ministro degli esteri Angelino Alfano in merito alla chiusura notturna di tre valichi?
Marco Del Panta si dice consapevole del fatto che in un cantone di 350’000 abitanti come il Ticino, la presenza di 63’000 frontalieri sia vista con una certa preoccupazione.
Tuttavia, l’ambasciatore italiano invita ad andare oltre, valutando anche l’impatto benefico che la libera circolazione delle persone ha avuto sull’economia ticinese e svizzera in generale.
Un altro capitolo importante nelle relazioni tra Svizzera e Italia è la questione dei trasporti. La Svizzera ha inaugurato poco meno di un anno fa la galleria di base del San Gottardo, che permette di ridurre notevolmente i tempi di percorrenza da Zurigo a Milano.
Nella Confederazione si ha però spesso l’impressione che al di là del confine si faccia poco per il trasporto su rotaia. Solo un’impressione?
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