La televisione svizzera per l’Italia

Un 25 aprile dominato dall’eco della guerra in Ucraina

corteo di persone sfila con una grande bandiera ucraina
A Milano circa 70'000 persone hanno preso parte alla manifestazione. Keystone / Mourad Balti Touati

Decine di migliaia di persone hanno celebrato nelle piazze italiane la Festa della Liberazione, con le inevitabili interpretazioni e polemiche attorno al concetto di resistenza.

Passato e presente si sono intrecciati come non mai in questi ultimi anni per la celebrazione della Festa della Liberazione. Da Acerra, teatro nell’ottobre del 1943 di un terribile eccidio di civili da parte degli occupanti nazisti, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto cucire questo filo tra storia e attualità. Tra la resistenza di allora e quella di oggi. Una resistenza – ha sottolineato Mattarella – che ha sì permesso il “riscatto” dell’Italia e ne ha forgiato la rinascita ma che è stata soprattutto l'”opporsi a un’invasione straniera, frutto dell’arbitrio e contraria al diritto”.

“Questo tornare indietro della storia – ha dichiarato – rappresenta un pericolo non soltanto per l’Ucraina ma per tutti gli europei. Avvertiamo l’esigenza di fermare subito, con determinazione, questa deriva di guerra prima che possa ulteriormente disarticolare la convivenza internazionale, prima che possa tragicamente estendersi”.

E se non fosse stato abbastanza chiaro da Acerra il presidente ha dedicato idealmente all’Ucraina la canzone simbolo delle lotte partigiane. La famosissima – e non da tutti apprezzata nel suo valore unitario – “Bella Ciao”. Quando lo scorso 24 febbraio, ha spiegato Mattarella con un ricordo del tutto personale, seppi che la Russia aveva invaso l’Ucraina “ho avvertito un pesante senso di allarme, di tristezza, di indignazione”. E, pensando agli ucraini “svegliati dalle bombe mi sono venute in mente queste parole: ‘Questa mattina mi sono svegliato e ho trovato l’invasor’. Sappiamo tutti da dove sono tratte queste parole. Sono le prime di Bella Ciao”.

Una canzone che è risuonata in numerose piazze italiane. A Milano – dove si è recata la Radiotelevisione Svizzera – erano presenti alle celebrazioni circa 70’000 persone. Anche nel capoluogo lombardo non sono mancate le polemiche, con alcune contestazioni al segretario del Partito democratico Enrico Letta e alla Brigata ebraiche (“Servi della Nato”) e sull’altro fronte delle bandiere del Patto Atlantico e degli Stati Uniti.

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