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Timori per le norme sul lavoro eurocompatibili

Le future modifiche delle norme sul mercato del lavoro svizzero, concordate con l'Ue, preoccupano soprattutto a sud delle Alpi.

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Le misure adottate dalla Svizzera per compensare gli effetti negativi sul mercato interno degli accordi stipulati con l’Unione europea saranno al centro delle attenzioni dei deputati ticinesi a Berna nella sessione alle Camere che si aprirà tra una settimana e nella quale è previsto un incontro con il Ministro dell’economia Johann Schneider-Ammann.

Il cantone italofono è tra i più colpiti dalle norme sulla libera circolazione che hanno provocato pressioni sui salari e sulla manodopera ticinese e guarda con preoccupazione alle trattative in corso tra Berna e Bruxelles.

Come è noto per aderire in modo pieno al mercato unico, la Confederazione sta negoziando un’ulteriore intesa che renderà più “dinamico” il recepimento delle disposizioni europee nel suo ordinamento. Ma così facendo sarà costretta a eliminare tutele per la manodopera indigena su cui già diversi partiti, in particolare il PS, ha espresso la sua ferma contrarietà.

Fa in particolare discutere l’abrogazione della norma che impone l’obbligo di notifica di otto giorni per i dipendenti distaccati. E Berna ha già fatto sapere che la prossima legge sul salario minimo nel Canton Ticino non potrà essere applicata a questa stessa categoria di lavoratori.

Su questi argomenti la deputazione ticinese ha incontrato oggi il governo cantonale per affinare e coordinare la strategia nei confronti delle autorità federali.   

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