Tassare i più ricchi? Un’iniziativa “dannosa per tutti”
Tra poco più di un mese la popolazione svizzera si pronuncerà sull'iniziativa popolare '99%', che intende tassare maggiormente i redditi da capitale. Una proposta contro cui sono scesi in campo martedì un comitato economico e il Governo federale.
L'”Iniziativa 99%”, in votazione il 26 settembre, è dannosa per il 100% della popolazione. È quanto sottolinea il comitato economico contrario al testo lanciato dalla Gioventù socialista (GISO) che ha presentato martedì a Berna i suoi argomenti.
La proposta di modifica costituzionale – ufficialmente denominata “Sgravare i salari, tassare equamente il capitale” – afferma di attaccare solo l’1% più benestante e che a beneficiarne sarà il 99% restante. Ma dietro questa iniziativa, afferma il comitato in conferenza stampa, c’è “lo 0% di riflessione”, perché è mal pensata e mal costruita. È invece dannosa al 100%, perché costituisce un attacco frontale contro le piccole e medie imprese. La sua applicazione scoraggerebbe inoltre gli investimenti e comporterebbe la perdita di preziose risorse fiscali.
Una ridistribuzione già soddisfacente
Secondo il ministro delle finanze Ueli Maurer, che ha presentato la posizione del Consiglio federale in una seconda conferenza stampa, la situazione attuale è già soddisfacente, poiché in Svizzera esiste già una considerevole ridistribuzione dei redditi e in questo senso le richieste dei promotori dell’iniziativa sono almeno in parte già soddisfatte. Questa ridistribuzione avviene attraverso le imposte sul reddito e soprattutto sulla sostanza, che già oggi sono progressive. Ad esempio, l’1% della popolazione più ricca paga il 40% delle imposte federali, ha ricordato Maurer.
Inoltre, per Maurer la pressione fiscale sul capitale in Svizzera è già “abbastanza alta” rispetto ad altri Paesi. Il consigliere federale ha poi ricordato la probabile introduzione di una aliquota minima globale del 15% per l’imposizione delle imprese. “Questo aspetto è completamente ignorato dai promotori dell’iniziativa”. Non è insomma il momento di introdurre nuovi aggravi fiscali.
Il capitale è volatile, gli ha fatto eco nella conferenza stampa del comitato economico la consigliera nazionale Jacqueline de Quattro. Se tassati eccessivamente, gli investitori potrebbero trasferire i loro beni all’estero e le entrate fiscali diminuiranno.
Iniziativa troppo vaga
La formulazione dell’iniziativa è poco chiara, persino arbitraria, ha affermato il presidente dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam) e membro del comitato economico contrario Fabio Regazzi. L’iniziativa, che il ticinese ha definito “populista”, non specifica nemmeno cosa dovrebbe essere tassato. Sarà il legislatore che dovrà definire cosa va incluso nel reddito da capitale. Ciò aprirebbe la porta ad altre concupiscenze del fisco.
Un aspetto sottolineato anche dal ministro delle finanze Ueli Maurer, che ha parlato di una proposta di modifica costituzionale troppo vaga. Il termine “reddito da capitale” non è ad esempio utilizzato nella legislazione fiscale attuale e non è neppure definito dai promotori dell’iniziativa.
“Queste incertezze superano considerevolmente il livello abituale di ambiguità di una iniziativa popolare”, ha sostenuto il ministro delle finanze.
Non tutti i ricchi, ma chi ha un certo tipo di reddito
Sebbene l’iniziativa prenda di mira i “ricchi”, non è rivolta a chi ha un certo reddito, ma a chi ha un certo tipo di reddito. “Perché lo Stato dovrebbe tassare arbitrariamente un modo di fare soldi più pesantemente di un altro?”, si chiede ancora Fabio Regazzi.
Chiunque risparmia denaro o acquista un appartamento o una casa sarà colpito dall’iniziativa. Chi gestisce un’impresa, possiede una fattoria o una partecipazione in una start-up dovrà pagare molte più imposte, indica il parlamentare federale dell’Alleanza del Centro.
Con questa iniziativa la sinistra prende ancora una volta di mira l’imposizione parziale dei dividendi dimenticando che gli imprenditori sono già oggi pesantemente e doppiamente tassati, ha aggiunto la consigliera nazionale dell’Unione democratica di centro (UDC) Diana Gutjahr. Un imprenditore che possiede azioni della sua azienda paga le imposte come persona fisica e come persona giuridica. A causa dell’imposta sulla sostanza, l’onere sul reddito da capitale è già molto elevato in Svizzera.
L’iniziativa colpirà duramente anche le PMI in fase di successione, ha proseguito la parlamentare federale. La trasmissione di imprese è spesso effettuata contro remunerazione, per pagare la vecchiaia ai precedenti proprietari (leggi: genitori) o per rimborsare la quota degli altri eredi (i fratelli).
Il fatto che il passaggio alla generazione successiva fallisce in circa il 30% dei casi dimostra quanto sia delicato questo processo. Soprattutto nelle piccole imprese familiari, la pianificazione della successione è già oggi una grande sfida, e non c’è bisogno di nuove difficoltà come la nuova tassa, ha sostenuto l’esponente dell’UDC.
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