Il Consiglio federale ha deciso di introdurre a partire dal 2024 l’imposta minima del 15% per le società attive a livello internazionale. Un anno più tardi rispetto agli altri Paesi.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
Un’ordinanza temporanea garantirà che la minimum tax, concordata dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e dagli Stati del G20, entri in vigore il 1. gennaio 2024 . La relativa legge – sulla quale il popolo sarà chiamato a esprimersi il 18 giugno 2023 – arriverà invece successivamente.
L’imposizione del 15% riguarderà le imprese attive a livello internazionale che hanno un fatturato di almeno 750 milioni di euro. Non saranno invece toccate le piccole e medie imprese (PMI), le compagnie attive solo in Svizzera e – per ora – il centinaio di grandi multinazionali (con un fatturato di almeno 20 miliardi di euro) sulle quali occorre ancora trovare un accordo globale.
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“Le aziende rossocrociate toccate dovrebbero essere un po’ più di 200”, ha precisato il capo del Dipartimento delle finanze (DFF) Ueli Maurer giovedì, nel corso di una conferenza stampa. Non vanno, inoltre dimenticate le filiali di multinazionali straniere con sede nella Confederazione e la cui casa madre rispetta i criteri. Secondo le stime del DFF, sono circa 2’000, “il che porta in totale le società potenzialmente interessate a 2’000-2’500 “, ha aggiunto Maurer.
“Per la Confederazione è importante partecipare a questa riforma fiscale, perché se le ditte devono pagare questo 15%, allora è meglio per noi che lo facciano qui”, ha dichiarato il consigliere federale.
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