Svizzera e CICR mettono in guardia contro le minacce digitali nelle zone di conflitto
Il presidente svizzero Alain Berset ha aperto una mostra presso la sede delle Nazioni Unite a New York sui pericoli della digitalizzazione per gli aiuti umanitari.
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Keystone-ATS/dos/mrj
“Le nuove tecnologie possono ridurre l’onere per la popolazione civile”, ha detto Berset lunedì sera ad ambasciatori e rappresentanti di Stato. “Ma portano anche nuove minacce, come la disinformazione o la sorveglianza illegale”.
L’intelligenza artificiale (IA) può portare a un aumento della violenza se usata in modo malevolo, mentre lo scambio di dati tra civili può renderli più vulnerabili, ha dichiarato il responsabile del Dipartimento federale dell’interno.
Berset si trova a New York questa settimana per presiedere diverse discussioni, dato che la Svizzera detiene attualmente la presidenza del Consiglio di sicurezza dell’ONU per un mese.
Martedì presiederà un dibattito del Consiglio di Sicurezza sulla protezione dei civili nei conflitti, una delle quattro priorità tematiche del mandato biennale della Svizzera come membro non permanente del Consiglio.
Coinvolgimento del CICR
La mostra è stata coorganizzata dal Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) di Ginevra. La presidente del CICR Mirjana Spoljaric ha dichiarato che è fondamentale che le nuove tecnologie in situazioni di conflitto siano regolate dal diritto internazionale umanitario. In base a tale legge, né i civili né le infrastrutture mediche dovrebbero essere presi di mira.
L’obiettivo è quello di “rendere più facile la comprensione di cosa significhi essere hackerati, monitorati o vittime di una guerra digitale”, ha dichiarato Philippe Stoll del CICR all’agenzia di stampa Keystone-ATS. Negli ultimi anni, il CICR stesso ha subito attacchi digitali, in particolare un anno fa, quando sono stati compromessi i dati di 515’000 beneficiari dei suoi aiuti.
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