Prima il presidente francese Macron che in un'intervista televisiva afferma di aver convinto Trump a rimanere a lungo in Siria. Poi Trump che risponde di voler rimpatriare il prima possibile le truppe americane. Nel mezzo una situazione in Siria sempre più complicata.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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“Il presidente Trump è stato chiaro affermando che vuole un ritorno a casa delle forze americane in Siria”. Così la portavoce della Casa Bianca replicando al presidente francese che in una intervista televisiva ha detto di aver convinto Donald Trump a rimanere in Siria a lungo.
La portavoce della Casa Bianca non cita mai Macron, ma appare chiaro che la dichiarazione diffusa alla stampa in serata nasconde una certa irritazione di Trump verso le parole del presidente francese.
“La missione Usa in Siria non è cambiata – afferma la portavoce Sarah Sanders – e il presidente è stato chiaro: vuole un ritorno a casa delle truppe Usa il più presto possibile”. La portavoce aggiunge che gli Stati Uniti “sono determinati ad annientare l’Isis e a creare le condizioni per impedire un suo ritorno”.
La posizione di Macron
Domenica sera Macron in una intervista in diretta al canale francese BFM TV aveva affermato: “Dieci giorni fa il presidente Trump ha detto che gli Stati Uniti intendevano disimpegnarsi dalla Siria. Noi l’abbiamo convinto che era necessario rimanere a lungo. E l’abbiamo anche convinto che bisognava limitare gli attacchi con armi chimiche, mentre c’era un’escalation tramite una serie di tweet che non vi saranno sfuggiti…”.
Trump alla fine di marzo in un comizio in Ohio a proposito della Siria aveva detto: “Usciremo molto presto da li’. Lasciamo che siano altri ad occuparsene ora. In Siria ci sono circa duemila soldati americani.
I ministri dell’estero UE divisi
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Maggiori responsabilità degli alleati USA
Il presidente americano Donald Trump si aspetta in Siria che i partner regionali e gli alleati degli Stati Uniti “si assumano una maggiore responsabilità sia militare che finanziaria, per mettere in sicurezza la regione”. Così ha concluso Sarah Sanders.
Esperti internazionali in Siria
Intanto oggi comincia la missione degli esperti internazionali dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) a Duma, sobborgo a est di Damasco teatro di un presunto attacco con gas tossici lo scorso 7 aprile.
Gli esperti erano arrivati nei giorni scorsi a Damasco ma la loro missione a Duma era stata rinviata per ragioni di sicurezza a seguito degli attacchi occidentali compiuti sabato mattina contro obiettivi militari siriani.
La Russia ha intanto fatto sapere che “non interferirà” nel lavoro dell’Opac. Mosca è inoltre pronta ad offrire agli esperti “mezzi di trasporto speciali e sicurezza garantita dalla polizia militare”.
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