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Strage di Erba: le ragioni di una revisione

Rosa Bazzi, di schiena a sinistra, e Olindo Romano a destra.
Rosa Bazzi, di schiena a sinistra, e Olindo Romano a destra. Keystone / Matteo Bazzi

Quali sono gli elementi che potrebbero eventualmente riaprire il processo sulla strage compiuta nel dicembre del 2006? Le argomentazioni della criminologa e consulente della difesa Roberta Bruzzone.

È di ieri, martedì, la notizia del sì del tribunale d’appello di Brescia ad un’udienza, in programma per il prossimo 1° marzo, per valutare la revisione del processo per la strage di Erba, risalente al dicembre del 2006. L’efferato fatto di sangue costò la vita a quattro persone, Raffaella Castagna, il figlioletto di appena due anni Youssef Marzouk, la nonna Paola Galli e una vicina di casa Valeria Cherubini, e una quinta persona venne ferita gravemente ma sopravvisse.

Nel primo processo, e nei due successivi gradi di giudizio, venne stabilita la colpevolezza di chi abitava sotto l’appartamento: Olindo Romano e la moglie Rosa Bazzi, con cui Raffaella Castagna aveva avuto scontri di vicinato molti forti. Ma si torna ora sulle effettive responsabilità dei due, condannati all’ergastolo in via definitiva dopo aver inizialmente confessato.

La giustizia italiana, a quasi 18 anni di distanza dai fatti, tornerà così a occuparsi dell’eccidio. Secondo il sostituto procuratore di Milano Cuno Tarfusser, che ha presentato la richiesta di revisione, le prove che hanno portato alla condanna della coppia “non giustificano la loro dichiarazione di colpevolezza”. Per parte sua la difesa punta su due nuovi testimoni, fra i quali un ex carabiniere che riferisce di parti mancanti, e cruciali, nei momenti topici delle intercettazioni effettuate nel quadro dell’inchiesta. Ma i legali dei coniugi potranno anche avvalersi di consulenze che sostengono l’incompatibilità fra la ricostruzione fatta dai due, e poi ritrattata, e quella emersa dalle indagini.

Fra i consulenti della difesa c’è anche la nota criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone. A lei abbiamo chiesto quali sono gli elementi che potrebbero riaprire il processo.

“Noi abbiamo una serie di elementi di natura scientifica, una serie di elementi testimoniali e chiaramente una serie di elementi che dimostrano incontrovertibilmente, a nostro modo di vedere, che l’ipotesi accusatoria non era fondata. Tra i vari elementi scientifici c’è proprio la mia consulenza tecnica, che si basa proprio sull’analisi delle tracce di sangue. Consulenza nuova, perché all’epoca questo aspetto non venne proprio considerato. Fondamentalmente riesaminando tutto il compendio di tracce ematiche sulla scena, in particolare per quanto riguarda gli omicidi del piccolo Youssef e della signora Cherubini, ho dimostrato incontrovertibilmente che non possono essere andate le cose come le descrivono i due imputati”.

Ci spieghi meglio cosa raccontarono i due imputati, che non collima con le tracce da lei analizzate.

“Rosa Bazzi racconta di aver ucciso il piccolo Youssef, mentre Youssef era in piedi sul divano davanti a lei. In realtà le tracce ematiche e il quadro lesivo sul bambino dimostrano che quando è stato ucciso aveva il volto premuto contro la seduta del divano. La ferita a scannamento che lo ha attinto sostanzialmente nella regione sottomandibolare sinistra, tranciando dietro la carotide, ha fatto sì che tutto il sangue del bambino, anziché disporsi nell’ambiente chiaramente a pressione, perché da lì il sangue esce a pressione per via dell’attività pulsatile del cuore, in realtà sia stato totalmente contenuto nella seduta del divano. Quindi il bambino non aveva il volto rivolto verso Rosa Bazzi, ma qualcuno teneva il volto del piccolo schiacciato contro il divano mentre lo scannava.

Ci sono valutazioni sulla condizione neurologica di Mario Frigerio (l’unico sopravvissuto alla strage, ndr), che all’epoca non venne minimamente considerata: in particolare l’intossicazione da monossido di carbonio, l’effetto che ha avuto sui suoi ricordi… Su tutta una serie di aspetti legati alla famosa microtraccia sul battitacco, che a nostro modo di vedere non esiste… Sono nuovi elementi di valutazione, alcuni proprio mai utilizzati: una rivisitazione, alla luce delle scoperte scientifiche più recenti, di una serie di elementi, alcune testimonianze assolutamente mai recepite, mai acquisite all’epoca e naturalmente, diciamo, una serie di informazioni di natura tecnico-scientifica anche sulle condizioni di salute di Frigerio, che all’epoca dei fatti non vennero minimamente prese in considerazione. Quindi ci sono elementi di novità piuttosto corposi”.

Comunque ci sono stati tre gradi di giudizio. È cioè difficile credere che i giudici abbiano guardato le carte, tutte le prove a disposizione in maniera superficiale. L’impianto accusatorio ha sempre resistito in tutti e tre i gradi di giudizio. Un motivo ci sarà…

“Se lei legge le tre sentenze primo, secondo grado e Cassazione, già si rende conto che le ricostruzioni offerte sono molto diverse. Quindi tutta questa coerenza degli elementi, e nella lettura degli elementi, non c’è neanche in quelle sentenze, nonostante siano poi di condanna. Segno evidente che probabilmente qualcosa da chiarire c’è”.

Lei è una nota criminologa stimata nel suo settore, ma è anche un personaggio mediatico. Quanto hanno influito proprio le trasmissioni, i podcast, la rimediatizzazione di questo caso sulla possibile revisione del processo?

“Sicuramente avere l’opinione pubblica favorevole rispetto a quello che è successo nel passato indubbiamente ci ha creato un clima favorevole, sotto tanti aspetti, di attenzione sul caso. I giudici però non decidono in base alle trasmissioni televisive: parliamoci chiaro, men che mai in un caso di possibile revisione. Quindi i giudici si convincono se hanno davanti degli elementi incontrovertibili in grado di superare tutte le argomentazioni accusatorie. Evidentemente i giudici degli elementi da valutare in maniera più approfondita hanno ritenuto che vi fossero”. Queste le tesi portate dalla difesa, elementi che saranno valutati. Una revisione del processo si potrà fare se verranno riconosciute nuove prove.

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