La televisione svizzera per l’Italia

L’epopea delle radio private svizzere (in Italia)

Radio di altri tempi
RSI-SWI

Dalle Teche della Radiotelevisione svizzera RSI un servizio sulla nascita delle emittenti private a ridosso della frontiera.

C’era un’epoca in cui l’etere fu invaso dalle radio libere italiane che cambiarono il panorama mediatico anche in Svizzera.

Con l’apertura ai privati sancito nel 1976 dalla Corte Costituzionale spuntarono ad ogni angolo della Penisola nuove emittenti radio e tivù che conobbero storie e sorti assai differenziate.

Fu un fenomeno che dalla fine degli anni ’70 si è saldato, almeno nelle fasi iniziali, con l’onda lunga del ’68 che aveva fatto sorgere nuove forme di partecipazione e nuovi linguaggi.

Anche il mercato radiotelevisivo elvetico iniziò, tra difficoltà e ritardi anche a livello normativo, ad essere coinvolto da questa vorticosa evoluzione.

Ma mentre le prime emittenti radiofoniche private facevano i primi cauti passi, altre stazioni – più o meno improvvisate – si installarono appena al di là del confine con l’obiettivo dichiarato di trasmettere programmi per il pubblico elvetico, in particolare della Svizzera italiana, senza le restrizioni e i condizionamenti previste per le emittenti sul suolo della Confederazione (tra i quali la richiesta della concessione alle autorità federali, con i conseguenti oneri).

Nel 1983 erano infatti una cinquantina le radio italiane che operavano a ridosso del confine, sei delle quali espressamente rivolte agli ascoltatori elvetici, sia in lingua italiana sia in tedesco (o meglio in “schwyzerdütsch”), per i numerosi turisti confederati che in estate popolavano valli e laghi del Ticino.

Contenuto esterno

La puntata di Viavai del 1983 dedicata alle prime radio private sul confine italo-svizzero (da Rsi Teche: La tua storia). 

Quell’anno, come riferiva il programma Viavai dell’allora Televisione svizzera in lingua italiana (Tsi), anche in Svizzera i privati poterono accendere le antenne ma le emittenti interessate potevano trasmettere solo 15 minuti per cinque giorni alla settimana a tariffe assolutamente non concorrenziali, se paragonate a quelle dei vicini italiani.


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