I sei poliziotti imputati per la morte, avvenuta nel 2018, di un nigeriano durante un fermo sono stati assolti dal Tribunale distrettuale di Losanna.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
Secondo la ricostruzione dei fatti, Mike Ben Peter, che nascondeva in bocca palline di cocaina, ha opposto resistenza durante il suo arresto. Per contenerlo, la polizia lo ha malmenato e ha fatto uso di spray al peperoncino, prima di immobilizzarlo a pancia in giù e ammanettarlo. Il 40enne straniero era successivamente morto per arresto cardiaco.
Nell’atto di rinvio a giudizio il procuratore Laurent Maye accusava i poliziotti di omicidio colposo. Ma lunedì il colpo di scena: lo stesso Maye ha ritirato tale capo d’accusa: le perizie hanno infatti dimostrato che il fermo in posizione prona non basta, da solo, a spiegare la morte di Mike: manca il “nesso di causalità” necessario per poter portare a un omicidio colposo.
Una opinione, questa, ripresa in toto anche dai giudici del tribunale losannese: “Il Tribunale non può discostarsi dalle perizie medico legali”, ha affermato il presidente della Corte Pierre Bruttin. L’arresto cardio-respiratorio sarebbe quindi avvenuto indipendentemente dalla posizione di Mike.
Secondo la corte gli agenti non hanno nemmeno violato l'”obbligo di prudenza”. Su questo punto i giudici si sono discostati dal Ministero pubblico, secondo il quale la polizia ha tenuto Mike troppo a lungo sulla pancia.
Da parte sua, il legale della famiglia della vittima aveva chiesto una condanna per l’omicidio intenzionale con dolo eventuale. Dal suo punto di vista, sostenuto anche da alcune decine di manifestanti che si sono riunite davanti al tribunale, la polizia ha fatto un “evidente uso sproporzionato della violenza”. “Non è giusto, voglio ottenere giustizia per mio marito”, ha dichiarato la vedova uscendo dall’aula, lasciando intendere l’intenzione di ricorrere in appello.
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