Formazione, immigrazione e digitalizzazione le principali sfide
Praticamente nove giovani su dieci in Svizzera sono in possesso di un titolo di studio del livello secondario II. Tuttavia sono ancora necessari degli sforzi per formare meglio i ragazzi nati all'estero.
L'obiettivo stabilito nel 2011 da Confederazione e cantoni di portare al 95% i giovani di 25 anni in possesso di un diploma di livello secondario II non è lontano dall'essere raggiunto.
Il livello secondario II corrisponde ai cicli di formazione generale e professionale seguiti dopo la scuola dell'obbligo.
Nei cicli di formazione generale rientrano i licei e le scuole specializzate.
I cicli di formazione professionale consistono invece in un approccio duale: i giovani seguono un tirocinio in un'azienda e nel contempo delle lezioni scolastiche.
È quanto emerge dal rapporto 2018 sull'educazione in SvizzeraLink esterno presentato martedì a Berna. Nel testo, di oltre 300 pagine, vengono stabilite per la prima volta le differenze tra i giovani con passato migratorio e coloro che hanno compiuto tutto il percorso formativo in Svizzera. Attualmente, per i i ragazzi di nazionalità svizzera il tasso si eleva al 94%, mentre i giovani stranieri nati in Svizzera raggiungono l'86% e i migranti nati all'estero registrano una quota del 73%.
Un terzo dei giovani tra 15 e 17 anni ha un passato migratorio, indica il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (Defr). Alcuni studi hanno imputato le difficoltà scolastiche di una parte degli allievi stranieri alla loro origine. Per gli autori del rapporto, è però una visione troppo semplicistica. Bisogna tenere in considerazione molti altri fattori: il contesto culturale e socioeconomico, la lingua e la durata della presenza nella Confederazione.
La digitalizzazione
Il rapporto giudica "scarsi" i risultati di ricerche e gli indicatori che valutano la digitalizzazione nella formazione. Questo fenomeno, comparso sul mercato del lavoro da oltre venti anni, è ancora preso in considerazione troppo marginalmente, per questo motivo Confederazione e Cantoni hanno deciso di dedicare maggiore attenzione in questo ambito, sebbene sia difficile prevedere la portata e la rapidità di questo sviluppo e dei suoi effetti.
Un altro obiettivo riguarda l'ammissione senza esami alle scuole universitarie per chi detiene la maturità liceale. Le note della maturità, rileva il rapporto, influiscono fortemente sul successo negli studi. Mentre le cause che portano all'abbandono degli studi universitari sono ancora poco note per applicare misure adeguate.
Il rapporto rileva inoltre che il sistema educativo svizzero è orientato anche sulle forme d'insegnamento integrative, che rappresentano un tema centrale della ricerca sulla formazione professionale. Alcuni studi, precisa il Defr, confermano i vantaggi di queste misure per i bambini che ricevono un sostegno integrativo e le loro prestazioni sono comparabili a quelle di altri allievi della stessa classe.
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