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Si profila una commissione d’inchiesta sul crollo di Credit Suisse

Il parlamento vuole vederci chiaro.
Il parlamento vuole vederci chiaro. © Keystone / Peter Klaunzer

Sull’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS potrebbe indagare presto una commissione parlamentare d’inchiesta (CPI). La decisione è stata presa all’unanimità dall’Ufficio presidenziale della Camera bassa.

Il Consiglio Nazionale, che sottoporrà la questione al Consiglio degli Stati di cui è indispensabile l’adesione, intende stabilire le responsabilità delle autorità e degli organi coinvolti nell’operazione decisa una settimana fa e che continua a far discutere negli ambienti finanziari e nel mondo politico.

A questa vicenda, compresa l’eventuale istituzione della CPI, sarà dedicata una sessione straordinaria del Parlamento elvetico che inizierà il prossimo 11 aprile. In quell’occasione sarà esaminata la decisione del Governo federale di creare una linea di credito per un importo complessivo di 109 miliardi di franchi a garanzia del trasferimento della proprietà della banca elvetica in crisi.

Il giorno successivo le due Camere saranno impegnate a dirimere le eventuali divergenze che si saranno manifestate durante i rispettivi dibattiti, con possibilità di prosecuzione dei lavori, qualora fosse necessario, fino al 13 aprile.

In proposito varie commissioni parlamentari, soprattutto quelle della Gestione, hanno già espresso l’intenzione di approfondire i retroscena del salvataggio della seconda banca elvetica, coinvolta nella crisi che ha colpito gruppi finanziari statunitensi.

Da sinistra si preme per istituire una CPI delle due Camere, il cui intervento nella storia della Confederazione, è stato sporadico. Solo quattro ne sono state create finora: sull’acquisto degli aerei Mirage, sulle dimissioni della consigliera federale Elisabeth Kopp, sullo scandalo delle schedature e sulla cassa pensioni della Confederazione.

Più prudente è invece lo schieramento moderato, più restio ad utilizzare un tale strumento, che si fonda sulla prerogativa dell’alta vigilanza dell’Assemblea federale sulle attività del Governo, dell’amministrazione federale, dei tribunali e degli altri enti che esercitano funzioni federali.

La commissione parlamentare d’inchiesta, al pari delle commissioni della gestione e delle finanze, può interrogare testimoni, prendere visione dei verbali e dei documenti relativi alle sedute del Consiglio federale e far capo a inquirenti per l’assunzione delle prove, ma non può sostituirsi ai tribunali penali e agli organi disciplinari.

In ogni caso la falsa testimonianza resa durante un’audizione della CPI e il rifiuto di deporre o di consegnare documenti sono perseguibili come previsto dal codice penale.






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