Seggi aperti in Israele
Si sono aperte le urne in Israele, dove per la quinta volta dal 2019 si sta votando per le elezioni legislative.
Circa 6,7 milioni di elettrici ed elettori israeliani sono chiamati a rinnovare i 120 parlamentari della Knesset, ma i sondaggi prevedono ancora una volta un risultato senza maggioranze chiare. Gli occhi sono puntati sul leader del partito di destra Likud, Benjamin Neanyahu, che è stato alla guida del Paese dal 1996 al 199 e dal 2009 al 2021. Ora vuole tornare sulla poltrona di premier nonostante il processo di corruzione in corso.
Netanyahu, promotore della linea dura nelle rare trattative – sempre fallite – con i palestinesi, e del pugno di ferro contro l’Iran, si è detto “un po’ preoccupato. Spero di finire la giornata con un sorriso”. Per riuscire nel suo intento ha puntato sull’alleanza con nomi della destra radicale che a lungo sono stati ai margini della politica israeliana, come Itamar Ben Gvir, che con il suo Partito Sionista Religioso punta a diventare la terza forza alla Knesset. Sul fronte opposto l’eterogenea coalizione guidata da Yair Lapid, che ha fatto campagna puntando sui progressi diplomatici con Paesi tradizionalmente ostili come il Libano.
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