La riforma sanitaria prevede la partecipazione dei Cantoni alle spese ambulatoriali e delle assicurazioni a quelle delle cure a domicilio e delle case anziani. Attesi risparmi per un miliardo all'anno.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
La riforma della Legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal), passata in dicembre alla Camera alta (Consiglio degli Stati), è stata approvata – con qualche modifica – anche dal Consiglio Nazionale, che ha accettato la proposta di integrare le cure di lunga durata nel progetto di finanziamento unitario delle prestazioni nel settore ambulatoriale e ospedaliero.
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I “senatori”, su richiesta dei Cantoni, avevano però inserito nella revisione il settore delle cure a domicilio e nelle case di cura. Per il relatore commissionale alla Camera del popolo Lorenz Hess (Centro) il progetto è realizzabile solo con questa integrazione. Ma questa, ha sottolineato l’altro relatore Philippe Nantermod (PLR), potrà avvenire solo quando sarà garantita la trasparenza dei costi nel settore.
L’altra condizione posta dai consiglieri nazionali consiste nella piena attuazione dell’iniziativa popolare “sulle cure infermieristiche”, in particolare per quel che concerne il miglioramento delle condizioni di lavoro del personale sanitario.
L’inserimento delle cure a domicilio e case di cura è stato combattuto dall’UDC (destra), che teme un aumento significativo dei premi di cassa malattia. Benjamin Roduit (Centro) non ha in proposto alcun dubbio: i costi diminuiranno. Secondo il ministro della sanità Alain Berset, il progetto permetterà di eliminare gli “incentivi inappropriati”.
L’integrazione avrà luogo sette anni dopo l’adozione del progetto. In sostanza il progetto votato dalle Camere, che sarà attuato tra sette anni, mira al finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie (ospedali) tra le casse malati e i Cantoni (attualmente quest’ultimi non partecipano ai costi del settore ambulatoriale).
I due rami del parlamento divergono però sull’ammontare proposto della quota cantonale. In prima lettura, su richiesta del Governo federale, la Camera bassa ha portato la quota cantonale al 25,5% ma gli Stati l’hanno elevata al 26,9%.
Mercoledì il Nazionale ha invece votato un tasso del 28,6% (il restante 71,4% sarà finanziato dagli assicuratori, indipendentemente dal fornitore e dal luogo di erogazione dei servizi). L’operazione dovrà essere neutra in termini di costi, dato che il Nazionale ha approvato una specifica mozione in tal senso.
Il Nazionale ha poi stralciato, contro il parere della commissione preparatoria, una disposizione che avrebbe permesso ai Cantoni di verificare le fatture del settore ospedaliero: la sorveglianza sarà affidata esclusivamente all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e non anche ai Cantoni, come chiesto dalla sinistra.
I Cantoni faranno invece parte dell’organizzazione responsabile delle strutture tariffarie per le cure ambulatoriali e le prestazioni di cura, visto che parteciperanno al loro finanziamento. Su questo punto il Nazionale si è allineato alla posizione del Consiglio degli Stati, al quale spetta ora pronunciarsi di nuovo sul progetto.
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