Russia e Bielorussia mal viste al CERN
La guerra in Ucraina sta avendo ripercussioni anche sul mondo scientifico: al Consiglio europeo per la ricerca nucleare (CERN) di Ginevra un gruppo di fisici rifiuta di firmare lavori di ricerca ai quali partecipano gli istituti scientifici pro-Cremlino. E così un centinaio di articoli sono stati pubblicati senza l’elenco completo degli autori.
"Per la scienza è un grosso problema", ha spiegato ai microfoni della Radiotelevisione svizzera il dottorando dell'Università della California Brendan Regnery: "L’elenco degli autori menziona chi ha fatto cosa nei progetti, ma anche le fonti di finanziamento".
Una situazione che la stampa ha definito "rovinosa" per la fisica in Ucraina. Ma che ha un impatto anche sui fisici stessi. Ricercatrici e ricercatori ucraini devono restare anonimi o farsi citare accanto alle istituzioni russe, rischiando di perdere i finanziamenti del loro Paese.
C'è anche "censura" sugli istituti di ricerca, come spiega la direttrice della ricerca del CERN Pippa Wells: "Elenchiamo tutti gli istituti di ricerca tranne quelli in Russia o Bielorussia". "Siamo molto contenti di questa soluzione, che è la preferita dalla comunità ucraina del CERN", ha dichiarato la loro rappresentante a Ginevra Tetiana Hrynova.
Tempi duri, insomma, per il CERN, in piena costruzione del nuovo super-collisore per il quale ha bisogno di un grande numero di collaborazioni scientifiche.
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