Revocata la cittadinanza a un sostenitore di Al-Qaida
Revocato il passaporto rossocrociato un uomo con la doppia cittadinanza svizzera e turca condannato per aver sostenuto Al-Qaida.
Il Tribunale amministrativo federale ha stabilito che una decisione in questo senso della Segreteria di Stato della migrazione è giustificata. La sentenza non è ancora definitiva perché può essere impugnata davanti al Tribunale federale.
La revoca della nazionalità è stata espressamente prevista dal legislatore. Risponde alla necessità di proteggere la società e lo Stato dalla minaccia del terrorismo. L’interesse pubblico in questo caso prevale su quello dell’individuo.
L’uomo ha lasciato la Turchia nel 1989 con la sua famiglia e ha ottenuto la cittadinanza svizzera nel 2008. Nel 2017 è stato condannato dal Tribunale penale federale di Bellinzona a due anni e sei mesi di reclusione per aver violato la Legge federale che vieta i gruppi “Al-Qaïda” e “Stato islamico” nonché le organizzazioni associate.
Secondo la sentenza del Tribunale penale federale, l’uomo ha fatto propaganda e proselitismo per il gruppo terroristico Jabhat Al-Nusra, precedentemente affiliato ad Al-Qaida. Inoltre, ha facilitato l’ingresso di due combattenti stranieri nella zona del conflitto siro-iracheno.
Interessi della Svizzera lesi
In una sentenza del 31 maggio pubblicata giovedì, il Tribunale amministrativo federale ha stabilito che le azioni del ricorrente hanno seriamente minacciato la sovranità, la neutralità e la diplomazia della Svizzera. Anche la sicurezza interna ed esterna del Paese sono state messe in pericolo.
Per questi motivi, i giudici ritengono che il ritiro della cittadinanza svizzera deciso nel settembre 2019 è giustificato. Nel suo ricorso, l’interessato ha sostenuto.
Semplice indicazione delle proprie idee
A suo dire, si è limitato a esporre le sue idee e convinzioni religiose per dimostrare a terzi le differenze tra le correnti dell’islamismo radicale. Non intendeva incitare nessuno a commettere violenza o a sostenere il terrorismo jihadista. L’uomo ha anche criticato la disparità di trattamento tra i cittadini svizzeri con una sola nazionalità e quelli in possesso di un altro passaporto.
La revoca della nazionalità è stata espressamente prevista dal legislatore, sottolineano i giudici di San Gallo. Risponde alla necessità di proteggere la società e lo Stato dalla minaccia del terrorismo. L’interesse pubblico in questo caso prevale su quello dell’individuo, afferma la corte.
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