La resistenza ucraina si fa sempre più forte
Keystone / Atef Safadi
La resistenza ucraina sta dando del filo da torcere all'esercito russo. Intanto Stati Uniti e Unione europea si preparano a introdurre nuove sanzioni.
Questo contenuto è stato pubblicato al
5 minuti
tvsvizzera.it/mrj
Si è concluso oggi il viaggio di due giorni di Ignazio Cassis in Polonia e Moldavia, incentrato sulla crisi ucraina. Il presidente elvetico ha annunciato che la Confederazione stanzierà 2 milioni di franchi per gli aiuti umanitari d’urgenza per far fronte all’accoglienza di profughi, e lo spostamento nella capitale moldava Chisinau di parte del personale dell’ambasciata svizzera in Ucraina, chiusa a causa dell’invasione russa.
Contenuto esterno
L’esercito di Mosca, intanto, sembra incontrare alcune difficoltà sul terreno: malgrado numerosi bombardamenti su diverse città negli ultimi giorni, non avrebbe conquistato terreno. Tra le località più colpite c’è Mariupol, città sul mare d’Azov strategicamente posizionata tra la Crimea e i territori separatisti del Donbass. Nonostante i continui attacchi, però, le forze armate di Putin non sono ancora riuscite a conquistarla.
La situazione umanitaria a Mariupol è drammatica e migliaia di persone hanno lasciato la città grazie ai corridoi umanitari concordati dalle due parti per rifugiarsi a Zaporija. Secondo l’ONG Human Rights Watch, sarebbero però ancora 200’000 gli abitanti intrappolati nella località portuale.
La resistenza ucraina si fa sempre più feroce e secondo il portavoce del Pentagono, John Kirby, l’esercito russo avrebbe già perso 7’000 soldati.
Contenuto esterno
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – che oggi si è rivolto anche al Parlamento italiano – si è intanto detto ancora una volta pronto a parlare direttamente con Vladimir Putin per fermare la guerra. Da parte dell’Ucraina, ha fatto sapere, c’è la volontà di discutere del futuro della Crimea, annessa dalla Russia nel 2014, e del Donbass. Per farlo, però, servono garanzie di sicurezza, ha sottolineato, aggiungendo poi che dovrà essere la popolazione, tramite un referendum, a esprimersi sull’eventuale compromesso raggiunto. Il Cremlino, da parte sua, ha fatto sapere che per giungere a un accordo servono passi in avanti più sostanziali.
Nuove sanzioni contro la Russia
Stati Uniti e Unione europea si sono dette pronte ad adottare nuove sanzioni coordinate contro Mosca. Anche in Svizzera che chi chiede un maggiore giro di vite, soprattutto per un settore strategico come la compravendita di materie prime, che in Svizzera vale miliardi. Il problema, secondo l’ONG svizzera Public Eye, è che oggi molti oligarchi lasciano le loro aziende nel tentativo di eludere le sanzioni a loro dirette.
Contenuto esterno
Come per esempio Gennady Timchenko, uno degli uomini più vicini al presidente Putin e anche uno dei più ricchi di Russia, che oggi si è dimesso dal consiglio di amministrazione di Novatek, colosso del gas russo. Timchenko che in Svizzera ha fondato la Gunvor, altro gigante delle materie prime, cerca così di salvare il salvabile, e come lui tanti altri oligarchi colpiti da sanzioni stanno lasciando le loro compagnie. Queste possono così continuare a operare.
“Sappiamo che oggi quasi il 40% delle entrate russe proviene dal petrolio e dal gas. Questo è il punto nevralgico del finanziamento della guerra. E sappiamo che l’80% del petrolio russo viene negoziato qui in Svizzera. Dobbiamo fermare dunque queste società che alimentano il tesoro per la guerra di Putin. Per questo ci vogliono altre misure”, ha spiegato ai microfoni della RSI Geraldine Viret, di Public Eye.
In Svizzera c’è anche la fortuna di Alisher Usmanov, altro oligarca che ha fatto fortuna con le materie prime. Nelle banche elvetiche gli sono stati sequestrati oltre 2 miliardi di dollari. Stando alle rivelazioni del Consorzio internazionale di giornalismo, anche Alexei Mordashov, proprietario della Severstal con sede a Manno, ha intestato alla sua compagna una società alla Isole Vergini che possiede 1,4 miliardi di dollari del suo patrimonio.
“Ci sono stime che parlano di 150-200 miliardi di averi russi nelle banche Svizzere, ma non ci sono cifre del totale bloccato dalle sanzioni nella Confederazione”, prosegue Viret. Molti superricchi hanno però sentito il vento cambiare e sono usciti dalle società per salvarle oppure hanno intestato i propri averi a membri della famiglia. “Hanno approfittato dei giorni in cui la Svizzera ha atteso prima di decidere di applicare le misure introdotte da Bruxelles”.
Gran caldo anche nei laghi, il Ceresio tocca i 28 gradi
Questo contenuto è stato pubblicato al
L'ondata di caldo non risparmia gli specchi d'acqua svizzeri, tanto che alcuni - come il Ceresio - hanno ormai raggiunto i 28 gradi.
La centrale nucleare di Beznau spegne un reattore a causa del calore
Questo contenuto è stato pubblicato al
La centrale nucleare di Beznau, nel cantone di Argovia, ha spento uno dei due reattori a causa del calore. Lo ha indicato oggi il gestore Axpo, aggiungendo che il secondo blocco funziona con una potenza del 50%.
Il Governo elvetico rivede completamente il piano pandemico
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il governo federale ha rivisto completamente il piano pandemico alla luce dell'esperienza con il coronavirus. L'attenzione non è più rivolta all'influenza; il nuovo piano si concentra pienamente su tutte le possibili pandemie e serve per prepararsi a minacce future.
Sarà chiusa la sede ginevrina della Gaza Humanitarian Foundation
Questo contenuto è stato pubblicato al
La sede ginevrina della Gaza Humanitarian Foundation sarà sciolta per il mancato rispetto di obblighi legali. Registrata in Svizzera a inizio anno, la filiale non è mai stata operativa. La decisione arriva tra forti critiche internazionali alla fondazione per la gestione degli aiuti a Gaza.
Ritrovato dopo 14 anni il relitto del “Lady Jay” nel Lago di Costanza
Questo contenuto è stato pubblicato al
Dopo 14 anni, il relitto dello yacht "Lady Jay", affondato nel 2011 nel lago di Costanza con 12 persone a bordo, è stato localizzato a 170 metri di profondità
Il capo dell’esercito svizzero rinuncerebbe ad alcuni F-35
Questo contenuto è stato pubblicato al
L'esercito ha bisogno esattamente degli F-35 e, in caso di bisogno, si potrebbe ridurre la quantità di aerei acquistati. È quanto ha dichiarato il dimissionario capo dell'esercito Thomas Süssli in un'intervista rilasciata alla Radio SRF.
Janssen studia la chiusura del suo sito bernese, a rischio in 300
Questo contenuto è stato pubblicato al
L'azienda produttrice di vaccini Janssen sta valutando la possibilità di chiudere il suo stabilimento di Berna-Bümpliz. Ieri ha avviato una consultazione con i dipendenti per trovare soluzioni alternative: la misura potrebbe avere ripercussioni su 300 persone.
Condannati a 10 anni di carcere due genitori che uccisero la figlioletta disabile
Questo contenuto è stato pubblicato al
Dieci anni di carcere ed espulsione dal Paese per omicidio intenzionale e tentato omicidio: è la pena inflitta dal Tribunale cantonale di Argovia a una coppia di genitori che nel 2020 uccise la figlia di 3 anni gravemente disabile a Hägglingen (AG).
Questo contenuto è stato pubblicato al
In diverse città svizzere è ufficialmente iniziata la febbre per gli europei femminili di calcio, con i tifosi che si sono riversati nelle fan zone, accompagnati da temperature decisamente estive.
Nel 2024 in Svizzera meno infortuni sul lavoro, ma di più nel tempo libero
Questo contenuto è stato pubblicato al
Lo scorso anno in Svizzera il numero degli infortuni è lievemente salito rispetto all'anno precedente, a 908'313 (+0,7%). Mentre gli incidenti e le malattie professionali sono nuovamente diminuiti, gli infortuni nel tempo libero sono cresciuti.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Zelensky parla a Montecitorio
Questo contenuto è stato pubblicato al
Dopo essersi rivolto già ad altri Governi tramite videochiamata (ha parlato con Berna tre giorni fa), il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto martedì al Parlamento italiano.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il presidente elvetico Ignazio Cassis, in visita in Polonia per rendersi conto della situazione umanitaria, ha ribadito l'impegno della Svizzera a sostengno della popolazione ucraina.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il conflitto ucraino visto da New York si trova la più grande diaspora russofona fuori dall'Europa e da Israele.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.