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Quei giovani in fuga dal Canton Ticino

Studentesse all Università di Zurigo.
Anche l'Italia è attrattiva: le provincie di Como e Varese riceveranno oltre 500 milioni di euro per un investimento a favore dei giovani, per creare nuove opportunità. Keystone / Ennio Leanza

Sono circa 700 quelli che ogni anno partono per andare a lavorare in altri Cantoni. Un fenomeno che preoccupa ma la politica, sul tema, resta timida.

Ci sono sempre meno lavoratori esteri che si stabiliscono in Ticino e sempre più ticinesi che vanno a lavorare, o ad abitare, in altri Cantoni. Se ne stimano 700 ogni anno e, molto spesso, sono proprio i più giovani a dire addio al nostro Cantone. 

Nella sua indagine, condotta su tre diverse generazioni, il ricercatore della SUPSI Amos Speranza ha evidenziato un approccio mentale diverso fra gli studenti ticinesi. Se in passato si studiava Oltralpe con lo scopo dichiarato di rientrare con buona certezza in Ticino, oggi, invece, grazie alle reti di contatti e alle buone opportunità offerte loro, i ragazzi tendono a restare in altre città del Paese che non siano quelle di origine.

Linda e Alessio, che insieme agli altri intervistati compaiono nel servizio del Quotidiano di oggi, ne sono un esempio: hanno lasciato il Ticino per lavorare oltre il San Gottardo. Qui possono percepire salari mediamente più favorevoli e godere di altri vantaggi altrettanto importanti. 

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Il risultato, come illustra, l’ex direttore dell’Ufficio cantonale di statistica Elio Venturelli è una pancia che si stringe sempre più in quella fascia fra i 20 e i 40 anni, dove i giovani stranieri sembra sostituiscano i ticinesi che se ne vanno. Il problema è complesso e dipende da molti fattori non da ultimo, come visto, anche dalla semplice voglia di muoversi dei giovani. Il Cantone da qualche anno punta molto sull’innovazione tecnologica nella speranza di creare posti attrattivi per le giovani leve, formando dei centri di competenza e cercando di stringere sinergie con il polo zurighese.

Il mito degli stranieri che compensano la lacuna

E se in questo momento sul territorio si fa fatica a reperire giovani qualificati, l’arrivo e la fertilità delle famiglie straniere sono lontane dal risolvere il problema. Anche in questo caso, negli ultimi 7 anni, c’è infatti una diminuzione evidente di nuovi domiciliati.

L’Italia che fa concorrenza

Il milanese Giorgio Ghezzi, è un esperto nel campo delle tecnologie dell’informazione e l’anno scorso ha ricevuto un’offerta da parte di una società di consulenza di Mendrisio che opera nel suo campo. Dopo aver fatto due conti ha però deciso di declinarla. Oggi vive e lavora a Milano, non si è pentito di questa scelta e non ha avuto problemi a continuare a lavorare in Italia.
 
Il Ticino potrebbe dunque subire anche la concorrenza italiana nel campo delle tecnologie innovative. Le provincie di Como e Varese riceveranno infatti oltre 500 milioni di euro dal programma Next Generation dell’Unione Europea: un investimento mirato proprio a favore dei giovani, per creare nuove opportunità.

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