Quasi il 10% dell’olio delle friggitrici è avariato
Il problema, secondo uno studio illustrato mercoledì, risulta particolarmente acuto in snack bar, takeaway e food-truck.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
L’indagine condotta dall’associazione dei chimici cantonali svizzeri (ACCS), che ha setacciato la scorsa estate le friggitrici nell’intero Paese, ha fatto emergere una realtà non troppo edificante.
Ebbene, l’8,5% dell’olio utilizzato in takeaway, snack bar, mense e altre imprese alimentari (non quindi bar e ristoranti in senso classico, che non sono stati contemplati in questa ricerca) è risultato di pessima qualità. Inoltre, in un’azienda su quattro (27,7%) non esistono regole sull’uso corretto dell’olio da cucina.
Un tasso dell’8,5%, sottolineano i chimici e le chimiche cantonali, è poco soddisfacente, “in quanto un buon controllo della qualità degli oli è abbastanza semplice”.
Nel dettaglio sono state ispezionate 1’223 friggitrici e 104 oli (8,5%) sono risultati anomali. In 339 attività (27,7%) non esistevano regole per un utilizzo corretto dell’olio per friggere.
La maggior parte delle lacune è stata riscontrata nei 150 snack bar, takeaway e food-truck (furgoni per cibo da strada) controllati. Al contrario, l’olio era regolare in tutti i 97 ristoranti del personale, mense, ospedali e panetterie esaminati.
Secondo la legislazione alimentare, nell’olio di frittura il valore massimo dei composti polari non deve superare i 27g/100g (27%), altrimenti è da considerarsi avariato. Questi esercizi commerciali sono inoltre tenuti a definire e rispettare regole relative alla misurazione, al filtraggio, alla pulizia e allo smaltimento dell’olio di frittura.
Un’analoga indagine condotta nel 2019 nella Svizzera italiana aveva evidenziato che i campioni di olio prelevati da 14 1friggitrici su 76, per la maggior parte provenienti da takeaway, non erano conformi alle norme federali.
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