La Sacra famiglia di Michelangelo del 1505-06 esposto alle Gallerie degli Uffizi a Firenze.
Keystone / Claudio Giovannini
Una mostra a Vicenza ci spiega quanto valevano le opere d’arte nel Rinascimento. Non potendo affidarsi alle monete, visto che all’epoca ne circolavano parecchie e di valore variabile, hanno preso come indice di riferimento il maiale di mezza taglia.
Questo contenuto è stato pubblicato al
2 minuti
Sabina Zanini, Tempi moderni RSI
Si intitola “La fabbrica del RinascimentoCollegamento esterno” la mostra allestita a Vicenza che racconta il periodo storico in cui è nato il mercato dell’arte. Ma quanto valevano nel Cinquecento i capolavori che oggi ammiriamo in tutti i musei? Lontani dalla concezione romantica dell’opera unica scaturita dal genio dell’artista, all’epoca a contare non erano le idee – che si potevano anche replicare o copiare da altri – ma erano i materiali e le ore di lavoro a determinare i prezzi. Dunque, ad esempio, una tela con molti personaggi costava più di un quadro con un soggetto semplice e un busto di marmo o bronzo era più prezioso di un dipinto.
I curatori della mostra per fare comprendere a noi contemporanei il costo degli oggetti esposti hanno elaborato un tariffario un po’ particolare. Non potendo affidarsi alle monete, visto che all’epoca ne circolavano parecchie e di valore variabile, hanno preso come indice di riferimento il maiale di mezza taglia. E così si scopre che il “Ritratto di due cani” di Jacopo Bassano, oggi al Louvre nella stessa sala della Gioconda, all’epoca valeva poco meno di un maiale intero, contro i quasi due maiali della camicia di seta del conte Ippolito Porto. O che il grande architetto Andrea Palladio guadagnava circa 22 maiali all’anno, solo due maiali in più rispetto a un artigiano specializzato in una seteria.
Contenuto esterno
I più discussi
Altri sviluppi
Dibattito
Moderato da:
Daniele Mariani
Abbassare il riscaldamento per ridurre la dipendenza dal gas russo: è una proposta che vi convince? Quali altri soluzioni sarebbero attuabili?
Contrariamente ad altri Paesi europei, la Svizzera dipende solo in minima parte dal gas naturale. Questa fonte rappresenta infatti circa il 15% dei consumi energetici complessivi della Svizzera e viene usata soprattutto per il riscaldamento. Quasi la metà del gas consumato in Svizzera viene però dalla Russia e anche nella Confederazione si cercano soluzioni per…
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
L’architettura svizzera e quella voglia di estetica italiana
Questo contenuto è stato pubblicato al
Non solo chalet: l'architettura in Svizzera è stata influenzata anche da certi stili 'italiani', in particolare quello neorinascimentale.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Durante il confinamento, alcuni esercenti hanno riportato in auge una vecchia tradizione: lo smercio di vini e vivande attraverso le buchette.
Parigi blocca la fuga del Cimabue più caro di sempre
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il "Cristo deriso", il dipinto battuto all'asta alla cifra record di 24 milioni di euro, non volerà negli Stati Uniti ma resterà in Francia.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il dipinto "Ritratto di Isabella d'Este", attribuito a Leonardo da Vinci e sequestrato a Lugano, non va consegnato alle autorità italiane.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Da 100 anni il Museo d'arte di Basilea è in possesso di un ritratto del poeta Pietro Aretino, attribuito finora al pittore veneziano Sebastiano del Piombo. Secondo un esperto, il quadro è però opera del Tiziano.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il ritratto leonardiano di Isabella d'Este, sulla cui autenticità però gli esperti non concordano, va restituito all'Italia.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.