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Quando la connessione è ultra-veloce, ma il telefono è muto

computer e telefono
In alcuni comuni del Varesotto e del Comasco si dice ironicamente che se si vuole ricevere rapidamente dei soccorsi si fa prima ad andare a casa e inviare un messaggio di posta elettronica piuttosto che telefonare. © Keystone / Christian Beutler

Alcuni piccoli borghi nelle province di Varese e di Como sono connessi alla fibra ottica e hanno così un accesso ultra-veloce alla rete. Nello stesso tempo, però, il segnale telefonico è spesso assente, ciò che causa lamentele da parte dell'utenza. Un altro problema con cui sono confrontati questi Comuni è il segnale telefonico svizzero e i relativi costi del roaming.

I sindaci di Varesotto e Comasco sono arrivati al limite, tanto da aver interessato le istituzioni superiori: non è più possibile vivere nei paesi montani sopra il lago Maggiore o quello di Como, con l’assenza quasi totale di segnale telefonico. Non è più possibile soprattutto dopo un periodo come quello passato negli ultimi due anni in “compagnia” della pandemia, dove una telefonata ai soccorsi o ai medici, pure solo ad un familiare per stare un po’ in compagnia, si rivela preziosa se non vitale.

Mancano le infrastrutture

Il problema non è banale: non esistono a ridosso di questi borghi dei ponti o antenne di telefonia cellulare e le altre, quelle piazzate in altre aree, spesso sono coperte da montagne che ne inibiscono quasi totalmente il segnale. Vi sono casi paradossali, come quelli raccontati dal sindaco di Agra Luca Baglioni – nel nord Verbano – dove il borgo è praticamente cablato con la fibra per l’alta velocità, con però l’impossibilità di fare una telefonata in caso di bisogno. Ironicamente dice, per farsi soccorrere, bisogna andare a casa ed inviare un messaggio di posta elettronica.

A Maccagno con Pino e Veddasca, Comune lombardo che confina con Gambarogno, vi sono poi altre problematiche. Mentre nel paese lacustre vi è linea, a mano a mano che si sale in valle, dalla Veddasca in poi fino ad arrivare alle frazioni italiane sotto il Comune svizzero di Indemini, il segnale italiano diventa muto per vedere entrare in maniera “potente” quello svizzero. Il motivo, secondo il sindaco Fabio Passera, è il posizionamento di una nuova infrastruttura telefonica, un’antenna in territorio ticinese che – forse per vicinanza – copre i segnali già deboli dei telefoni italiani.

Questo costringe spesso gli utenti di quell’area del Varesotto, se il telefono rimane in modalità automatica, a dover selezionare in maniera manuale l’operatore per escludere – con non poca difficoltà – l’operatore svizzero. Operazione questa che un giovane riesce a fare in “scioltezza”, un po’ più complicata per le persone avanti con gli anni. Soprattutto in queste aree montane, dove c’è anche un numero importante di turisti e camminatori, l’utilizzo immediato del telefono può fare la differenza anche in caso di incidenti o se si deve avvisare, si rammenti l’incendio proprio nel Gambarogno dello scorso mese di febbraio, in caso di calamità o emergenze.

L’estensione del problema e la possibile soluzione

Le istanze di questi sindaci, le lagnanze dei cittadini, sono state portate a Regione Lombardia che  – proprio il primo marzo – ha votato nella sua seduta di parlamento regionale all’unanimità in Consiglio, una mozione che sollecita la Giunta regionale a farsi parte attiva nel confronto con le compagnie telefoniche per porre rimedio “quanto prima alla mancata o scarsa copertura delle reti telefoniche mobile e internet in alcune zone critiche della Lombardia e assicurino una adeguata estensione del segnale all’intero territorio lombardo”.

Sempre il documento votato da tutti i gruppi politici riferisce per il Varesotto carente segnale telefonico anche nei territori di Valganna, Agra appunto, Curiglia, la Val Veddasca, la Val Dumentina, il tratto di strada che collega il Comune di Ponte Tresa con quello di Luino oltre ad alcune zone della Valceresio. Tali problematiche si presentano anche in alcune frazioni di Varese città quali Velate, Rasa e Sacro Monte.

Analoga situazione si verifica nelle porzioni dei Comuni di Tradate, Venegono, Castelnuovo Bozzente, Binago e Beregazzo con Figliaro che fanno parte del “Parco regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate”, sia del Tradatese (in provincia di Varese) sia dell’Olgiatese (in provincia di Como). Esistono anche tante altre zone della Lombardia dove sono stati segnalati problemi simili, come alcune località site in Comuni dell’Alto lago di Como a cui se ne aggiungono altre di Comuni lacuali come Laglio, nel Comune di Cene (BG), in tutta la tratta tra Guidizzolo e Mantova (SP236 Goitese) e sulla SP83 tra Castiglione delle Stiviere e Lonato, nonché in molti Comuni e territori della dorsale orobica. L’Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti Montani (UNCEM) da tempo sta sottoponendo agli enti preposti la mappatura di tutte le zone nelle quali si evidenziato tali criticità e ha chiesto al Ministro Colao di destinare anche alle zone montane (e non solo ai centri urbani) i fondi del PNRR finalizzati al contrasto del divario digitale.

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