Dopo sei anni di dibattimenti, il processo per corruzione e falsa testimonianza legato ai famosi festini organizzati dall’ex presidente del Consiglio si è concluso con un’assoluzione totale per tutti i 29 imputati e imputate.
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tvsvizzera.it/mar
Assolti “perché il fatto non sussiste”: la decisione di mercoledì del Tribunale di Milano dovrebbe mettere la parola fine a una storia iniziata più di dieci anni fa, quando cominciarono a venire a galla i dettagli delle “cene eleganti” organizzate da Silvio Berlusconi.
In questo terzo processo legato ai cosiddetti “bunga bunga” l’ex premier era accusato di aver corrotto dei testimoni affinché mentissero durante i procedimenti precedenti.
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Le giovani ex ospiti delle serate di Arcore, sentite nei due processi sul caso Ruby, “non potevano legittimamente rivestire l’ufficio pubblico di testimone”, perché andavano indagate già all’epoca e sentite come testi assistite da avvocati. Non essendoci più le false testimonianze, in sostanza, cade anche la connessa accusa di corruzione in atti giudiziari perché manca “l’ipotizzato corruttore, nel caso di specie Berlusconi”, ha precisato il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia in una nota in cui anticipa il cuore delle motivazioni della sentenza di assoluzione per tutti.
“Undici anni di fango”
“Non posso che essere estremamente soddisfatto”, ha dichiarato ai giornalisti l’avvocato di Berlusconi, Federico Cecconi, dato che i giudici non hanno potuto mantenere le accuse di corruzione, nonostante l’accusa avesse chiesto una condanna a sei anni di carcere contro il senatore 86enne.
“Sono stato finalmente assolto dopo più di undici anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili, perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte”, ha reagito il principale interessato.
“L’assoluzione di Silvio Berlusconi è un’ottima notizia che mette fine a una lunga vicenda giudiziaria che ha avuto importanti riflessi anche nella vita politica e istituzionale italiana”, ha invece dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Tra gli assolti anche colei da cui tutto è partito: Karima El Mahroug, Ruby, 17 anni all’epoca dei fatti. Dopo l’annuncio del Tribunale, la donna ha stretto le mani al procuratore e ha rilasciato qualche dichiarazione ai cronisti: “Non immaginavo una cosa così. Sono contentissima. È stata una liberazione da una vicenda che mi ha travolto quando avevo 17 anni e che è stata un macigno non da poco”.
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