Problematica la situazione delle cure intense in Svizzera

A causa dell'impennata di contagi da Covid-19 in Svizzera molti ospedali sono ormai al limite della loro capacità e vengono rimandati gli interventi e le terapie di pazienti che hanno altre patologie.
Particolarmente critica la situazione nella Svizzera centrale e orientale. Negli scorsi giorni i nosocomi zurighesi avevano comunicato che le terapie intensive sono sature ma un analogo scenario si sta inesorabilmente materializzando anche in Romandia, che finora godeva di un quadro epidemiologico migliore.
Motivo per il quale risulta sempre più difficile trasferire in altre strutture i pazienti Covid in esubero, come fatto finora.
È di oggi l’allarme lanciato dal Centro ospedaliero universitario del canton Vaud (Chuv) a Losanna che ha definito “preoccupante” la situazione. L’ospedale è pieno, ha fatto sapere il direttore Philippe Eckert, e a questo si aggiunge “il problema dell’assenteismo dovuto all’esaurimento del personale e il fatto che un certo numero di dipendenti è affetto da Covid-19”.
Alcuni pazienti sono stati smistati per diversi giorni in altri nosocomi romandi poiché “la Svizzera tedesca è completamente congestionata e non possiamo trasferirvi i pazienti”. Ma il quadro generale è destinato a peggiorare un po’ dappertutto e questa settimana, ha precisato il direttore, hanno iniziato ad essere rinviate le operazioni chirurgiche meno urgenti. La prossima settimana saranno comunque aggiunte alcune postazioni nelle cure intense del centro ospedaliero vodese.
Resta il dato significativo e inconfutabile riferito dalle fonti sanitarie – che però non sembra in grado di orientare i comportamenti di parte della popolazione – della quota attuale dell’80% di non vaccinati nei reparti di terapie intensive.
In proposito va sottolineato che i non immunizzati, pur essendo andata a rilento la campagna vaccinale nella Confederazione rispetto a molti paesi, sono una minoranza tra i residenti.

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