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Obrador presidente, storica vittoria della sinistra in Messico

Andrés Manuel Lopez Obrador è stato eletto domenica alla presidenza del Messico. È la prima volta che un esponente della sinistra è alla testa del paese.

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Con oltre il 53% dei voti, il leader del movimento Morena ha sbaragliato tutti i suoi avversari. Ricardo Anaya, del Partito di azione nazionale, si è fermato al 22%, mentre Antonio Meade, del Partito rivoluzionario istituzionale, che da quasi un secolo domina la politica messicana, non è andato oltre il 16%.

“Sono cosciente della mia responsabilità storica. Voglio passare alla storia come un buon presidente. Non vi deluderò”, ha dichiarato Lopez Obrador, 64 anni, prendendo la parola davanti ai suoi sostenitori riuniti sulla piazza di Zocalo, a Città del Messico.

L’ex sindaco della capitale, che ha invitato i suoi concittadini alla riconciliazione, ha davanti a sé un lavoro da titano. In alcuni Stati del paese, il tasso di omicidi equivale a quello di una zona di guerra. L’anno scorso sono state registrate oltre 25’000 morti violente, un record. La corruzione è endemica e il precedente governo del presidente Enrique Peña Nieto è stato implicato in diversi scandali.

Vi sono poi le difficili relazioni con il vicino statunitense e con il suo presidente Donald Trump. Quest’ultimo si è detto “ansiosissimo di poter lavorare” con Lopez Obrador.

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