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Un ticinese alla testa del primo partito svizzero

marco chiesa, con un mazzo di fiori, assieme ad Albert Rösti
Marco Chiesa, assieme all'uscente Albert Rösti (sulla destra), è ancora un volto poco noto nella Svizzera tedesca, dove il partito conservatore di destra è più fortemente radicato. Keystone / Ennio Leanza

Marco Chiesa è stato eletto sabato a grande maggioranza presidente dell'Unione democratica di centro (UDC).

Il 45enne ticinese, che subentra al consigliere nazionale bernese Albert Rösti, è il primo rappresentante della Svizzera latina a prendere le redini di quello che dal 1999 è il primo partito svizzero nel Parlamento federale.

Riuniti sabato a Brugg, nel cantone Argovia, i circa 350 delegati lo hanno eletto per acclamazione.

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Davanti ai suoi compagni di partito, Chiesa ha subito messo in chiaro su quale sarà la sua posizione: “Non cambieremo la nostra linea politica solo per sembrare più simpatici”, ha dichiarato, chiedendo in particolare di porre fine alla libera circolazione delle persone con l’Unione Europea, votando a favore della cosiddetta “Iniziativa per la limitazione” il 27 settembre. Ai presenti, Chiesa ha poi presentato un’immagine assai desolata della situazione in cui si trova a suo dire il Ticino, dove la libera circolazione ha fatto crescere la disoccupazione e diminuire i salari dei residenti, confrontati con la concorrenza estera e soprattutto italiana.

L’intervista a Marco Chiesa sulla libera circolazione:

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L’ex consigliere nazionale di Basilea Campagna Caspar Baader, presidente della commissione di selezione, ha reso omaggio alla “chiara linea politica” di Chiesa e al lavoro che ha svolto per consolidare la posizione della sezione ticinese dell’UDC. Un lavoro che ha portato i suoi frutti, poiché Chiesa alle ultime elezioni federali del 2019 è riuscito ad essere eletto in Consiglio degli Stati (Camera alta del Parlamento federale), superando nettamente i candidati dei due partiti storici ticinesi (quello liberale radicale e quello popolare democratico).

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“Il fatto che provenga dalla Svizzera latina è l’ideale per riportare l’UDC di lingua francese sulla strada del successo”, ha anche aggiunto Caspar Baader.

La commissione voleva proporre una personalità con un’immagine simpatica, che riunisse le persone di tutte le regioni linguistiche e che fosse disposta a rimanere per circa otto anni. Ha anche voluto nominare una persona di età inferiore ai 50 anni per rivolgersi di più ai giovani, ha spiegato Baader.

Il consigliere nazionale argoviese Andreas Glarner si era ritirato dalla corsa alla presidenza dopo la decisione della commissione di selezione. Il consigliere nazionale ed ex presidente della sezione zurighese, Alfred Heer, non ha fatto altrettanto. È stato l’attuale presidente della sezione di Zurigo, Benjamin Fischer, che durante l’assemblea ha ritirato la candidatura di Heer, proposta dal partito cantonale.

Poco conosciuto nella Svizzera tedesca

Alcuni delegati hanno criticato la nomina di Chiesa, poco conosciuto dal grande pubblico, soprattutto nella Svizzera tedesca, dove il partito – che è su posizioni della destra sovranista – è più saldamente impiantato.


Cosa farà Marco Chiesa per farsi conoscere meglio nella Svizzera tedesca?

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Il politologo Oscar Mazzoleni descrive il nuovo presidente dell’UDC come un “blocheriano sorridente”. Quando si tratta di immigrazione, lavoratori transfrontalieri, asilo ed Europa, il ticinese è esattamente sulla stessa linea dello stratega del partito” Christoph Blocher, sottolinea il professore dell’università di Losanna. Ma è anche un buon comunicatore, vuole piacere e cerca il dialogo. Grazie a questa politica, è riuscito a ottenere un seggio nel Consiglio degli Stati per la più piccola sezione del partito, quella ticinese, ha aggiunto.

Secondo Mazzoleni, Marco Chiesa dovrà lavorare sodo per essere accettato nella Svizzera tedesca e per riuscire a mobilitare le sezioni locali. L’UDC è ancora principalmente un partito di lingua tedesca e potrebbe essere difficile per il ticinese avvicinarsi ai membri del partito nei comuni.

Chiesa, 45 anni, rappresenta il Ticino nel parlamento federale da cinque anni, prima al Nazionale e dall’anno scorso agli Stati. Sposato e padre di due figli, non è una faccia nuova nel partito: era stato eletto alla vicepresidenza dell’UDC insieme alla consigliera nazionale Magdalena Martullo-Blocher nella primavera del 2018. Nello stesso anno ha assunto anche la vicepresidenza dell’Azione per una Svizzera indipendente e neutrale (ASNI).

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Il successore del bernese Albert Rösti è stato fin dall’inizio uno dei candidati preferiti della commissione di selezione. A febbraio, in un primo tempo, ha ritirato la sua candidatura per motivi professionali. Nel frattempo, però, ha rassegnato le dimissioni dal suo impiego di direttore di una casa di riposo. “Mi sono dimesso da questo incarico non solo in vista di una possibile elezione, ma anche perché era sempre più incompatibile con il mio mandato di consigliere degli Stati”, ha detto alla stampa.

tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 22.8.2020)

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