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Plastica monouso bandita (parzialmente) nell’UE

Rifiuto di plastica a riva.
L'UE dichiara guerra alla plastica. Keystone / Vassil Donev

È scattato sabato 3 luglio nell'Unione europea il bando agli oggetti monouso in plastica, all'origine del grave inquinamento dei mari.

Piatti e posate (ma non i bicchieri), cannucce, cotton fioc, palette da cocktail, bastoncini dei palloncini, contenitori per alimenti e bevande in polistirolo sono infatti tra i rifiuti che si trovano più frequentemente sulle spiagge, sospinti dalla risacca o abbandonati colpevolmente dalle persone. I negozi potranno continuare a venderli fino ad esaurimento delle scorte, dopodiché la loro commercializzazione sarà vietata.

La direttiva europea SUP (Single Use Plastic), che per l’UE costituisce un primo passo per ridurre la plastica monouso, non contempla però molti altri prodotti “usa e getta” come bottiglie per acqua e bibite, flaconi di detergenti e detersivi, scatolette e buste per i cibi mentre per i bicchieri di plastica le nuove disposizioni prevedono solo una riduzione del consumo.

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La ragione risiede nel fatto che gli oggetti sostitutivi biodegradabili non sono facili da reperire o richiedono grossi investimenti e molto tempo. Ci vorrebbe inoltre un cambiamento culturale nelle abitudini dei consumatori che andrebbero incitati maggiormente ad utilizzare, ad esempio, detersivi alla spina, borracce, imballaggi in carta o bioplastiche.

Restano però alcuni punti da chiarire, fonte tra l’altro di contenziosi amministrativi, riguardo le plastiche bio, prodotte da materie prime naturali come il mais, biodegradabili e compostabili.

L’auspicio è che norme analoghe vengano adottate anche da numerosi altri paesi: la Svizzera, pur non facendo parte del progetto europeo, sta promuovendo iniziative analoghe.

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