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Petizione con 7’500 firme chiede annullamento concerti Rammstein

Gruppo di giovani con striscioni di protesta.
Keystone / Julien Grindat

Il testo con le firme è stato consegnato all'agenzia che organizza i concerti a Berna del gruppo musicale tedesco.

Continua la polemica sulle accuse di abusi sessuali cui il cantante e leader del gruppo, Till Lindemann, avrebbe sottoposto alcune donne. Il gruppo dovrebbe suonare il 17 e il 18 giugno allo Stade de Suisse di Berna, ma un collettivo guidato dalla Gioventù socialista (GISO), insieme a diverse organizzazioni femministe e contro la violenza sessuale, chiede che gli eventi siano annullati. Il testo della petizione, accompagnato da 7’500 firme, è stato consegnato all’agenzia che ha organizzato gli eventi. 

Alla vigilia dello “sciopero femminista” del 14 giugno, l’iniziativa ha sollevato un certo scalpore e la vice-presidente della GISO Mathilde Mottet ha commentato in una nota: “La società cambia, è ora che anche l’industria musicale cambi”. Il caso è nato dalle accuse di alcune donne nei confronti del cantante di presunte violenze sessuali, con l’utilizzo di alcol e altre sostanze, a margine di concerti del gruppo tedesco.

L’agenzia Gadget abc, che organizza gli eventi, ha dichiarato in un comunicato stampa: “Nonostante si tratti di accuse molto gravi, non siamo a conoscenza di atti punibili e provati che siano stati commessi dal gruppo musicale o da uno dei suoi membri. In tale contesto, non c’è alcuna base giuridica che possa consentire lo scioglimento dell’accordo e quindi condurre all’annullamento dei concerti”.

Da parte sua il principale accusato, il sessantenne Till Lindemann, continua a respingere le accuse. Attraverso i suoi avvocati Simon Bergmann e Christian Schertz, Lindemann ha comunicato che si difenderà nelle opportune sedi legali. Al quotidiano Blick, il responsabile per la sicurezza del Comune di Berna, Reto Nause, ha confermato intanto che per i due concerti è stato rafforzato il dispositivo di polizia. 
 

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