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Manifestazione a Berna per un Tibet libero

Circa 400 persone, tra tibetani in esilio in Svizzera e loro sostenitori, hanno manifestato pacificamente in centro a Berna a margine della visita di Stato nella Confederazione del presidente cinese Xi Jinping.

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I dimostranti hanno chiesto maggiore rispetto dei diritti dell’uomo in Tibet e l’avvio di un dialogo tra il governo di Pechino e il Dalai Lama, la massima autorità spirituale del locale buddhismo. Sugli striscioni si potevano leggere slogan come “Xi Jinping: metti fine alla tortura in Tibet” o “Portiamo la democrazia svizzera in Tibet e in Cina”.

Precedente imbarazzante

Nel 1999 in occasione della visita di Stato del predecessore di Xi, Jiang Zemin, esuli tibetani avevano manifestato in Piazza federale, a poca distanza da Jiang. Il presidente cinese andò su tutte le furie.

Stando alla comunità tibetana in esilio, dal 1992 2000 compatrioti sono finiti in carcere per ragioni politiche. Inoltre, dal 2009 sono stati censiti 145 episodi in cui tibetani si sono immolati col fuoco. I manifestanti hanno inserito le loro richieste in un “appello”, promosso da tutte e quattro le organizzazioni di tibetani nella Confederazione.

La dimostrazione, svoltasi pacificamente, è stata segnata da un gesto pericoloso. Stando alla polizia cantonale, un tibetano si è cosparso il corpo con una sostanza liquida infiammabile. Gli agenti lo hanno fermato e condotto all’ospedale. Non risulta che abbia riportato lesioni di alcuna sorta.

Negli scorsi giorni ha fatto parecchio discutere la decisione delle autorità di limitare le possibilità di manifestare degli esuli tibetani, a cui non è stato concesso l’accesso alla Piazza federale ed è stato imposto di dimostrare il mattino, prima dell’arrivo a Berna di Xi.

Visita ufficiale di Xi Jinping a Berna

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