Per l’Ocean Viking è la fine di un “calvario”
La nave umanitaria dell'organizzazione SOS Méditerranée ha attraccato venerdì al porto militare di Tolone, nel sud della Francia, e le 230 persone a bordo hanno iniziato a sbarcare. Le polemiche tra Francia e Italia non si placano.
Dopo aver vagato invano per tre settimane alla ricerca di un porto sicuro dove gettare l’ancora, l’imbarcazione noleggiata dall’organizzazione non governativa SOS Méditerranée è finalmente stata accolta in Francia “in via eccezionale” e in virtù di un “dovere umanitario”, ha dichiarato il ministro dell’interno francese Gérald Darmanin.
Un medico è salito a bordo della nave prima che questa arrivasse alla banchina, ha indicato all’Agence France Presse la portavoce dell’ONG Meryl Sotty. Le prime persone – quelle più vulnerabili – hanno potuto iniziare a sbarcare verso le 9:00 di venerdì.
Le circa 230 persone che si trovavano a bordo – tra cui 57 bambini e bambine – sono state salvate al largo delle coste libiche. Alcune di loro provengono da Paesi in guerra. Saranno collocate in un primo tempo in un centro sulla penisola di Giens, nel comune di Hyères, a ovest di Tolone. “Non potranno lasciare il centro e non saranno tecnicamente in territorio francese”, ha precisato Gérald Darmanin.
Il loro arrivo in Francia ha particolarmente irritato l’estrema destra. Marine Le Pen ha criticato il “lassismo” del Governo, mentre la sinistra e gli ecologisti hanno accolto con favore una “decisione degna dei valori” della Francia.
Trasferiti in nove Paesi
Da venerdì, tutte queste persone, provenienti da diversi Paesi, saranno sottoposte a controlli sanitari, poi a controlli di sicurezza da parte dei servizi segreti, prima di essere ascoltate dall’Ufficio francese per la protezione dei rifugiati, che concede lo status di rifugiato.
La vicenda della Ocean Viking avviene nel momento in cui il Governo francese deve presentare un progetto di legge sull’immigrazione, che prevede tra le altre cose di inasprire le procedure per espellere quelle persone che non hanno ottenuto l’asilo.
Due terzi delle 230 persone che si trovavano a bordo della Ocean Viking non rimarranno comunque in Francia, perché saranno trasferite in nove Paesi, ha dichiarato il Ministero dell’interno, citando la Germania, che ne accoglierà circa 80, il Lussemburgo, la Bulgaria, la Romania, la Croazia, la Lituania, Malta, il Portogallo e l’Irlanda.
“L’Italia è stata molto disumana”
Gérald Darmanin ha criticato duramente il nuovo Governo di estrema destra italiano per essersi rifiutato di aprire i suoi porti alla Ocean Viking, nonostante il diritto marittimo glielo imponesse: “L’Italia è stata molto disumana”, ha dichiarato.
Il ministro dell’interno ha poi annunciato la sospensione “con effetto immediato” della prevista accoglienza di 3’500 migranti attualmente in Italia e ha promesso di trarre “le conseguenze” sugli altri aspetti della “relazione bilaterale”. Da venerdì, la Francia ha rafforzato i controlli alla frontiera con l’Italia.
Rispondendo alle critiche francesi e alle misure di ritorsione prese da Parigi, Giorgia Meloni ha parlato di una reazione “aggressiva, incomprensibile e ingiustificata”.
Tuttavia, la presidente del Consiglio ha dichiarato di voler trovare “una soluzione europea” alla questione migratoria. “Non credo che si debba litigare ogni volta con Francia, Grecia… L’unica soluzione comune, e ne ho parlato con Emmanuel Macron, Germania e UE, è la difesa dei confini esterni dell’UE, bloccando le partenze e aprendo degli hotspot”.
Meccanismo di ricollocazione
Da parte sua, SOS Méditerranée ha dichiarato di provare “un senso di sollievo che si tinge di amarezza”. “I sopravvissuti hanno vissuto un vero e proprio calvario”, ha dichiarato all’Agence France Presse la direttrice dell’ONG, Sophie Beau.
È “urgente che gli Stati europei mettano in atto un meccanismo di ripartizione permanente”, ha sottolineato ancora Sophie Beau.
Da giugno, un sistema di ricollocazione prevede che una dozzina di Stati membri, tra cui Francia e Germania, ospitino volontariamente 8’000 migranti arrivati nei cosiddetti Paesi “in prima linea” come l’Italia.
Tuttavia, solo 117 sono stati ricollocati in base al meccanismo adottato a giugno. Un numero insufficiente, secondo l’Italia.
Dall’inizio dell’anno, 1’891 migranti sono scomparsi nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa, di cui 1’337 nel Mediterraneo centrale, secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
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