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Peggy Kleiber, le emozioni di una vita in due valigie

fotografie appese su una parete
La mostra organizzata a Roma presenta gli scatti italiani di Peggy Kleiber e fotografie più intime. tvsvizzera

Peggy Kleiber, un’insegnante di Lettere di Moutier, in Svizzera, per tutta la sua vita ha scattato fotografie in maniera discreta. Alla sua morte la famiglia ha trovato due valigie contenenti 15'000 scatti inediti che raccontano le emozioni umane più intime e vere. Ora sono in mostra a Roma al Museo di Trastevere.

Quando Edith Kleiber recuperò le due valigie che erano appartenute alla sorella Peggy morta nel 2015 si rese senz’altro conto che lì dentro la sorella aveva racchiuso la sua intera vita raccontata con foto, diari e super8. Ciò di cui forse non si rese conto è che dietro quelle che sembravano semplici foto di famiglia e di viaggio c’era un certo valore artistico.

Il valore artistico che sta dietro il lavoro di Peggy Kleiber oggi è pienamente riconosciuto, tanto da essere messo in mostra. Fino al 15 ottobre il Museo di Roma in Trastevere ospiterà l’esposizione fotografica Peggy Kleiber. Tutti i giorni della vita (fotografie 1959-1992). Si tratta della prima vera esposizione dedicata all’artista dopo una rassegna privata che si è tenuta a Ginevra nel luglio del 2022.

“In fondo Peggy in vita non è mai sembrata interessata a mettere in mostra il proprio lavoro”, spiega a tvsvizzera.it Arianna Catania che con Lorenzo Pallini cura l’esposizione romana dedicata all’artista svizzera.

Da Roma a Moutier alla scoperta di Peggy

Le foto di Peggy Kleiber arrivano al museo di Roma in Trastevere per un caso fortuito. Qualche anno fa la famiglia di Peggy decise di inviare ad alcuni amici romani le foto che la donna aveva scattato durante uno dei suoi viaggi nell’Urbe. Quegli stessi amici romani le girarono ai membri dell’associazione Marmorata169, tra i quali c’è Lorenzo Pallini. “Queste foto – spiega – erano molto belle, molto interessanti. Guardandole ci siamo resi conto che ci doveva essere dell’altro. Così abbiamo deciso di andare in Svizzera a conoscere la famiglia di Peggy”.

valigia aperta
Dalle valigie di Peggy Kleiber è spuntato l’archivio di una vita. tvsvizzera

Tra Moutier, Bienne e Losanna Lorenzo Pallini e altri colleghi incontrano gran parte della famiglia Kleiber. “Una famiglia molto numerosa e molto vivace”, spiega Pallini. “Arrivati a casa di Edith veniamo portati davanti a queste due valigie dove, c’era stato detto, avremmo potuto trovare le foto di Peggy. È stato un momento molto emozionante. Insieme a noi c’erano due sorelle e un fratello di Peggy. È stata una scoperta collettiva, ci siamo emozionati a vicenda. Pensate lo stupore di aprire le valigie e trovarci dentro 15’000 negativi, centinaia di foto, diari e super8”.

negativi di fotografie
tvsvizzera

Una vita in due valigie

Insomma, in quelle valigie c’era l’intera vita di Peggy Kleiber. Nata nel 1940 a Moutier, Peggy cresce circondata dall’arte. Se della letteratura fece una professione, diventando un’insegnante di letteratura francese, la sua vera passione fu la fotografia.

Nel 1961 decide di frequentare una scuola di fotografia ad Amburgo, in Germania. Da lì, armata di macchina fotografica, inizia a girare per il mondo. Con la sua Leica M3 Peggy deciderà di immortalare i momenti più intimi e veri che incontrerà nei suoi viaggi. Soprattutto in Italia: prima a Roma, poi in Sicilia.

Con la stessa passione e lo stesso occhio artistico fotografa i momenti di gioia della famiglia. “Parlando con noi, la famiglia ci ha confidato che nessuno si rendeva conto di quanto spesso Peggy usasse la sua macchina, di quanto scattasse. E qui sta la bravura della fotografa, il suo occhio. Il sapersi nascondere, il saper diventare ‘carta da parati’ come si dice in gergo, le ha permesso di restituire con il suo lavoro l’intimità, la gioia e la spensieratezza”, spiega Lorenzo Pallini.

Rue Neuve 44

“Peggy utilizzava la macchina fotografica come fosse un’emanazione del suo pensiero”, spiega Arianna Catania. Non aveva velleità artistiche o voglia di riconoscimenti tanto che non tentò mai di rendere pubbliche le sue opere. Tranne in una singola occasione, seppure assai intima.

“L’unica volta in cui Peggy ha voluto posare il suo sguardo e renderlo pubblico è stato per editare il libro ‘Rue Neuve 44’ che ha poi deciso di donare alla sua famiglia”. Una copia per ogni membro della famiglia e a nessun altro. Perché il libro raccoglie i momenti di gioia vissuti nella casa costruita dal nonno e dove tutta la famiglia si riuniva per vivere i momenti collettivi. Il luogo dell’anima dove Peggy con i suoi scatti ha trasformato i momenti di gioia della sua famiglia nel racconto dell’intimità di una famiglia universale.

La mostra a Roma

Oltre ai propri famigliari, i soggetti privilegiati di Peggy Kleiber erano gli strati più popolari della società. Soggetti che ha fotografato soprattutto nei suoi viaggi a Roma e in Sicilia. Molte di queste persone poi sono diventate una sorta di famiglia acquisita dell’artista. “Quello di Peggy, infatti, è un archivio intimo ma anche un archivio di viaggio, di scoperta del mondo. C’è questa doppia dimensione di famiglia del mondo e di famiglia di appartenenza che continuamente si parlano”.

Un concetto che Arianna Catania e Lorenzo Pallini hanno voluto portare anche nella mostra che raccoglie 150 scatti selezionati tra gli oltre 15’000 ritrovati nelle due valigie e che è basata su due corridoi: il primo raccoglie le foto scattate in Svizzera, il secondo quelle scattate in Italia. Due corridoi che hanno diverse aperture e che quindi “si parlano” permettendo al visitatore di passare da una parte all’altra a propria discrezione. E in questo modo di entrare nel pensiero artistico di Peggy Kleiber.



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