Maternità surrogata nel mirino del governo italiano.
Keystone / Gaetan Bally
È iniziato, tra proteste e manifestazioni, il dibattito alla Camera dei deputati, sulla maternità surrogata, già vietata in Italia, che il Governo Meloni vuole rendere reato universale.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
La maggioranza, con Fratelli d’Italia in testa, difende il provvedimento, su cui a Montecitorio si è tenuta una discussione generale. “Si tratta di estendere la punibilità di una condotta commessa all’estero che è già considerata reato nel nostro ordinamento”, ha spiegato la relatrice Carolina Varchi (Fdi).
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“Sulla assoluta pericolosità di questa condotta nei confronti delle donne e nei confronti delle relazioni sociali – ha precisato l’esponente della destra – la nostra Corte costituzionale ha chiarito in più di una circostanza che questa pratica offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane.
Una posizione contestata dalle opposizioni. Per Benedetto Della Vedova (+ Europa) ha domandato se sia “possibile che il ministro ‘garantista’ Nordio non riesca a dire nulla su questo obbrobrio giuridico della GPA reato universale?”.
“Con questa legge assistiamo ad un attacco pesantissimo alle famiglie arcobaleno ed alla comunità Lgbt” ha aggiunto il dem Alessandro De Zan, secondo cui “dei bambini a Fdi non frega assolutamente nulla”.
Di “abominio giuridico” riferito alla proposta uscita dalla maggioranza hanno invece parlato esponenti grillini. Intanto all’esterno di Montecitorio si teneva una manifestazione di protesta: “Siamo genitori, non criminali” è una delle frasi che riportavano i cartelloni esibiti dai dimostranti e rivolti alle e ai parlamentari all’interno dell’aula.
La maternità surrogata è stata vietata in Italia nel 2004. Ora il governo vuole renderla reato universale. Questo significa che (solo) i cittadini italiani saranno punibile fino a 2 anni di carcere, anche se la maternità surrogata è praticata all’estero, in Paesi come gli Stati Uniti o in Canada, dove è perfettamente legale.
Le opposizioni ritengono invece che, sul tema, sia necessaria una convenzione internazionale ratificata dai Paesi per perseguire universalmente una unica condotta.
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