La terapia sviluppata dall'azienda di Bellinzona Humabs Biomed, in collaborazione con GlaxoSmithKline e VIR Biotechnology, per lottare contro il Covid-19 funziona anche per la nuova variante del virus. È quanto emerge da uno studio preclinico.
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tvsvizzera.it/mar
Il Sotrovimab, l’anticorpo monoclonale isolato dal laboratorio bellinzonese e prodotto negli Stati Uniti, è già stato amministrato in alcuni Paesi, dando buoni risultati, e appena cinque giorni fa l’ente britannico responsabile dell’omologazione dei medicamenti ne ha approvato l’uso. Stando a quanto riportato dalla BBC, il farmaco riduce il rischio di ospedalizzazione e morte del 79% negli adulti ad alto rischio con infezione sintomatica. La Confederazione ne ha ordinate 3’000 dosi, mentre gli Stati Uniti – è notizia di tre settimane fa – hanno sottoscritto un contratto per la fornitura di 750’000 dosi.
Il prezzo è sensibilmente più elevato rispetto a quello di un vaccino: l’accordo siglato dagli USA porta infatti su un miliardo di dollari, ovvero circa 1’300 dollari a dose. A titolo di paragone, il prezzo di una dose di vaccino a mRNA si aggira attorno ai 20 dollari.
L’incognita emersa in questi ultimi giorni era di sapere se la terapia sviluppata dalla Humabs fosse efficace anche contro la nuova variante Omicron, il nuovo ceppo del Sars-CoV-2 scoperto in Sudafrica e che potrebbe (il condizionale è però d’obbligo visto che mancano dati in merito) risultare molto più contagioso rispetto alle varianti attuali.
Ebbene, dal primo studio preclinico effettuato a Bellinzona sembra proprio che il farmaco funzioni anche contro questo nuovo ceppo.
“I risultati che abbiamo avuto dimostrano che l’anticorpo è in grado di neutralizzare la variante Omicron nella sua forma intera, cioè che comprende tutte le mutazioni sulla proteina Spyke, che in questo caso sono ben 37 “, spiega alla Radiotelevisione svizzera Davide Corti, il direttore scientifico della società ticinese. L’anticorpo monoclonale ‘ticinese’ è il primo a poter vantare un tale risultato.
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