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Oltre 10’000 posti vacanti in alcuni settori in Svizzera

Operai impegnati du un traliccio d alta tensione sull autostrada A3 a Gattikon (Thalwil), nel Canton Zurigo.
Operai impegnati du un traliccio d'alta tensione sull'autostrada A3 a Gattikon (Thalwil), nel Canton Zurigo. © Keystone / Michael Buholzer

Infermiere, assistenti di cura ed elettricisti sono tra le professioni più ricercate dalle imprese. Nella sanità la situazione risulta particolarmente critica.

Alcuni settori stanno assumendo manodopera più di altri nella Confederazione, secondo quanto ha rilevato x28, società di consulenza sul mercato del lavoro.

Lo studio è stato condotto analizzando il numero di offerte di impiego per settore pubblicate online, dalle quali è emerso che la richiesta maggiore si riscontra nella sanità, nell’edilizia, nella vendita al dettaglio e nella ristorazione.

Nel ramo della salute sono state calcolate ben 15’790 offerte di lavoro, seguono le costruzioni con 13’566 annunci. Il commercio al dettaglio è al terzo posto tra i settori in cerca di assunzioni, con 12’761 posti vacanti, precedendo la ristorazione e gli alberghi, con 10’478, secondo la ricerca aggregata di x28. Da segnalare anche il settore informatico, dove il numero di impieghi da coprire ha superato le 8’000 unità.

Infermiere e infermieri in testa

Al primo posto tra le professioni più richieste ci sono le e gli infermieri e assistenti di cura, quasi a pari merito con elettricisti e montatori, con oltre 6’000 annunci ciascuno.

Sono richiesti anche venditori/trici, falegnami, project manager, informatici/che e meccanici specializzati.

A livello regionale la carenza di manodopera è particolarmente avvertita nei cantoni di Zurigo e Berna con, rispettivamente, 55’113 e 37’939 annunci di impiego. Seguono di Argovia (20’350), San Gallo (18’178) e Lucerna (17’021), mentre Vaud non ha superato la barriera delle 10’000 unità (9’517).

Il problema delle professioni qualificate

Cifre che sono in linea con analoghe ricerche condotte da imprese attive sul mercato del lavoro. Ne è un esempio la recente pubblicazione dei dati raccolti dalla multinazionale dell’impiego Adecco secondo cui nel 2023 la mancanza di lavoratori e lavoratrici qualificate è aumentata del 24% rispetto all’anno precedente.

Anche in questo caso sono le aziende dei settori sanitario, informatico e ingegneristico che hanno incontrato le maggiori difficoltà nel coprire i posti vacanti. Un fenomeno spiegato con la forte diminuzione delle persone in cerca di lavoro, sommata alla crescita generale del 7% degli impieghi non occupati rispetto al 2022.

E questa evoluzione dovrebbe confermarsi, perlomeno per i prossimi anni. L’invecchiamento della popolazione, la crescente digitalizzazione e la transizione verso un’economia verde, ha osservato Adecco, continueranno ad alimentare questa tendenza in futuro.

Le cifre ufficiali sembrano confermare queste ricerche, almeno dal profilo delle tendenze in atto sul mercato del lavoro

Occupati e posti liberi secondo i dati ufficiali

I dati elaborati dell’Ufficio federale di statistica indicano che il numero di persone occupate è aumentato di 108’000 unità, pari al +2,1% tra i primi trimestri del 2022 e del 2023. Riguardo ai posti vacanti nei settori secondario e terziario, sempre nei primi tre mesi del 2023, sono stati registrati 127’000 posti liberi, 7’000 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+5,9%). Il numero di posti liberi è aumentato sia nel settore secondario (+14,8%) che in quello terziario (+3,2%).

Rispetto al primo trimestre del 2022, anche la quota delle imprese che hanno avuto difficoltà nel reclutare personale qualificato è aumentata (+2,3 punti percentuali, raggiungendo il 41,0%). I numeri più recenti relativi agli impieghi liberi, annunciati dall’economia agli uffici regionali di collocamento secondo le nuove disposizioni in materia, attestano un calo di 5’931 unità, pari a 39’968 posti vacanti. Rispetto al novembre 2022 la diminuzione è stata del 29,2% (-16’478). Si tratta comunque di indicazioni parziali che non rispecchiano completamente la portata del fenomeno globale.

L’allarme lanciato dall’economia

Lo testimonia la preoccupazione delle aziende associate all’Unione svizzera degli imprenditori che la scorsa primavera aveva lanciato l’allarme. In Svizzera vi sarebbero infatti 120’000 posti di lavoro vacanti, dovuti essenzialmente al pensionamento della generazione dei “baby boomer” e al calo delle nascite.

Secondo le stime dell’organizzazione, nei prossimi anni la crisi dell’impiego è destinata ad acuirsi dal momento che le stime riferiscono di una carenza di quasi mezzo milione di lavoratori e lavoratrici entro il 2030. Una prospettiva preoccupante alla quale intendono rispondere con misure mirate. Tra le quali figurano incentivi statali all’occupazione (per esempio nei servizi di custodia dell’infanzia), flessibilizzazione ed estensione degli orari di lavoro e politiche fiscali per aumentare il tasso di attività lavorativa.

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