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Epilessia, prima europea a Losanna

Le persone affette da epilessia possono ora ricorrere a un nuovo tipo di operazione, la termoablazione, un intervento meno pesante rispetto alla chirurgia classica. La prima operazione di questo tipo in Europa è stata praticata a inizio agosto a Losanna.

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Nel mondo oltre 50 milioni di persone sono colpite da epilessia. In Svizzera, questa malattia tocca 70’000 persone, di cui 15’000 bambini. Cifre importanti, tanto che nel 2015 l’Organizzazione mondiale della sanitàCollegamento esterno ha inserito l’epilessia tra gli obiettivi prioritari nel Piano d’azione 2013-2020.

Nella maggior parte dei casi, l’epilessia può essere curata con dei farmaci. Tuttavia, su certe persone (si stima che circa il 25% dei pazienti sia resistente) i medicinali non sono efficaci e allora bisogna ricorrere alla chirurgia. L’intervento è però piuttosto pesante: bisogna trapanare e asportare la parte del cervello all’origine delle crisi epilettiche.

Ora c’è però un’alternativa, che arriva dagli Stati Uniti e che a inizio agosto è stata sperimentata per la prima volta in Europa al Centro ospedaliero universitario (Chuv) di Losanna.

L’operazione avviene tramite termoablazione. Essa consiste nell’impiantare una sonda laser di 1,65 mm di diametro nel centro di un focolaio epilettico. Una volta impiantata, la sonda emette energia per aumentare la temperatura in modo molto ben limitato, bruciando così la zona cerebrale malata.

Vantaggi e svantaggi

Questo sistema “permette di prendere di mira regioni difficili d’accesso ed è un’alternativa alla chirurgia ablativa classica”, ha spiegato Jocelyne Block, professoressa del Servizio di neurochirurgia del Chuv.

Inoltre, permette di accorciare la durata del soggiorno in ospedale. La paziente, operata ad inizio agosto, è stata dimessa e sta bene. Non si può tuttavia ancora dire se sia guarita: per sapere se è ancora soggetta a crisi di epilessia, bisognerà aspettare ancora alcune settimane.

Lo svantaggio è che rispetto alla chirurgia classica, la termoablazione è un po’ meno efficace: nel primo caso nel 70% dei casi l’operazione è coronata da successo, mentre con la nuova tecnica si arriva al 60%.

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