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Nomi eccellenti nell’inchiesta per epidemia colposa a Bergamo

Lunghe file di camion militari trasportano i feretri delle vittime del Covid.
Lunghe file di camion militari trasportano i feretri delle vittime del Covid a Bergamo il 21 marzo 2020. Keystone / Filippo Venezia

L’ex premier Conte, l’ex ministro Speranza e il presidente lombardo Fontana figurano tra la ventina di indagati sulla gestione della pandemia di Covid-19, soprattutto nelle fasi iniziali dell’emergenza sanitaria.

Tecnicamente la posizione dei due ex componenti del Governo italiano non figura nell’avviso di conclusione delle indagini poiché il dossier che li concerne è stato trasmesso al Tribunale dei ministri che dovrà valutare gli atti a loro carico.

Tra la ventina gli indagati a vario titolo per epidemia colposa, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti d’ufficio dalla Procura di Bergamo, oltre ai due ultimi citati, ci sono il governatore della Lombardia Attilio Fontana, l’ex assessore regionale Giulio Gallera, il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli.

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L’inchiesta aveva preso le mosse già all’inizio della pandemia, nell’aprile del 2020, in seguito alle presunte anomalie nella gestione dei pazienti all’ospedale di Alzano Lombardo dopo che erano stati diagnosticati alcuni casi di coronavirus e dalla mancata istituzione della cosiddetta “zona rossa” a Nembro e ad Alzano Lombardo che potrebbe aver ampliato gli effetti della pandemia nella Bergamasca.

Nel marzo del 2020 nella provincia i decessi sono stati 5’200 in più della media mensile (800), con situazioni drammatiche soprattutto nelle RSA dove in due mesi si sono contati 1’300 morti (la media precedente era di 600).

A questo va aggiunto che il piano pandemico risaliva al 2006 e non era stato aggiornato, nonostante i richiami dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

A carico delle autorità lombarde ci sono invece le pressioni del 28 febbraio 2020 con cui chiedevano al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di mantenere la più blanda zona gialla anche per la settimana dal 2 all’8 marzo, nonostante la situazione epidemiologica fosse molto critica.











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