Nel Paese di GuglielmoTell non sparirà il tiro obbligatorio
La consuetudine tutta elvetica del cittadino in armi che ogni anno si esercita al poligono di tiro, al di fuori del normale servizio militare, sopravviverà.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
La Camera bassa del Parlamento ha bocciato l’iniziativa promossa dal verde liberale François Pointet che intendeva sopprimere l’articolo 63 della legge militare. Il deputato aveva sollevato dubbi sull’utilità dell’esercitazione.
Il tiro obbligatorio a 300 metri d’assalto, che prescrive ai partecipanti il raggiungimento di un punteggio minimo con il loro fucile d’assalto (per evitare la ripetizione dell’esercitazione), “è un anacronismo inefficiente” e non si giustifica da un punto di vista militare, ha detto il deputato vodese. “Non sono i venti colpi all’anno che vengono sparati al tiro obbligatorio che possono cambiare la situazione, qual è il valore aggiunto per l’esercito?” ha aggiunto la collega di partito Melanie Mettler.
Tale obbligo fuori del servizio è importante “anche per fare in modo che i militari mantengano un alto livello di tiro, controllino una volta all’anno il corretto funzionamento delle loro armi di servizio e si esercitino a manipolarle in sicurezza”, ha invece replicato il parlamentare del Centro Alois Gmür. Un’opinione condivisa dalla maggioranza di centrodestra che con 105 voti contro 83 ha respinto l’atto parlamentare sostenuto vanamente da verdi, verdi liberali e socialisti.
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