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Nel cielo infinito, la genesi de “Nel blu, dipinto di blu”

Trent'anni fa ci lasciava Domenico Modugno, “Mr. Volare”. Il giornalista della Radiotelevisione svizzera Gian Luca Verga parla di come è nata questa canzone con Franco Migliacci, autore assieme all’amico Modugno di un brano ormai entrato nella storia della musica.

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Il 6 agosto del 1994 ci lasciava Domenico Modugno, “Mr. Volare”; si congedava per entrare definitivamente nella leggenda, anzi in quel “cielo infinito”, quello sempre “dipinto di blu” che il mondo non ha certo scordato. A quarant’ anni di distanza la sua musica, il suo canzoniere, la sua straordinaria parabola artistica, sociale e culturale rimane tra le esperienze musicali e umane più significative e amate dal grande pubblico. Grazie soprattutto a una canzone, proprio quella che ridisegna i confini della canzone italiana imponendosi a livello planetario. E si che di capolavori Mimmo ne scrisse tanti, da “L’uomo in frac” a “Meraviglioso”, senza scordare “La lontananza”, “Amara terra mia”, “Lu pisce spada”, “Dio come ti amo”, “Piove” solo per citarne alcune di un canzoniere immortale.

Modugno davvero non assomigliava a nessuno. Attore, interprete, regista, cantautore ante litteram che di quella “genia” è stato capostipite e architrave. È stato l’uomo alla svolta dei tempi in quel 1958 in bianco e nero sul palco dell’ teatro Ariston di Sanremo quando, gonfiando i polmoni e spalancando le braccia per far esplodere ritornello, si proprio quel ritornello, modifica il corso della storia della canzone italiana, fungendo da spartiacque. E al contempo offre una fotografia in tempo reale dei mutamenti della società italiana. Perché “Nel blu, dipinto di blu” oltre a diventare la canzone italiana più celebre e cantata al mondo è a dir poco iconica; trascende anche gli aspetti artistici perché funse da discrimine in una società, quella italiana, che si stava scrollando di dosso le macerie e le ferite del secondo conflitto mondiale per vivere l’ormai famoso boom economico. “Volare” ne è la colonna sonora perfetta! Una canzone che vanta la paternità oltre che di Modugno di un giovane Franco Migliacci, amico fraterno dell’artista pugliese, nel tempo impostosi quale raffinato e storico paroliere oltre che produttore e discografico. Migliacci firmò in quell’occasione la sua prima canzone (!), che nacque da un sogno in una notte travagliata. Una genesi che tempo fa raccontò a Gian Luca Verga.

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