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Multa e bacchettata sulle dita per Credit Suisse

facciata del credit suisse
Per Credit Suisse, i problemi sono lungi dall'essere finiti: ora la banca dovrà far fronte agli scandali Archegos e Greensill. Keystone / Ennio Leanza

La grande banca svizzera dovrà pagare 475 milioni di dollari di multa alle autorità statunitensi e britanniche per aver violato la legge contro le tangenti in una vicenda legata a crediti concessi ad aziende di Stato del Mozambico. Credit Suisse è inoltre stato richiamato all'ordine dall'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) per aver pianificato il pedinamento di sette dipendenti, tra cui quello del top manager Iqbal Khan, in procinto di passare alla rivale UBS.

Le disgrazie sono come le ciliegie: una tira l’altra. Il proverbio ben si addice alla mattinata vissuta dalla dirigenza dell’istituto finanziario elvetico che prima ha ricevuto la notizia – attesa – della multa inflitta dalle autorità statunitensi e britanniche e poi, mercoledì mattina, la tirata d’orecchie della Finma.

Ma procediamo con ordine. L’ammenda di 475 milioni di dollari (200 all’autorità finanziaria britannica FCA, 100 a quella americana SEC e 175 al ministero della giustizia USA) è il risultato di un patteggiamento per porre fine a procedure per tangenti collegate a crediti accordati a imprese di Stato del Mozambico, in un vasto caso di corruzione. Inoltre, l’istituto ha concordato con la FCA di annullare 200 milioni di dollari di debito contratti dal Mozambico.

Sviluppo della pesca e… tangenti

Le transazioni, organizzate dalla banca tra il 2013 e il 2016, sono state in parte utilizzate per versare delle bustarelle. E allo stesso tempo erano presentate agli investitori come un modo per finanziare lo sviluppo della pesca nello Stato africano, hanno indicato le autorità di sorveglianza.

Lo scandalo era scoppiato nel 2016, quando il Governo mozambicano aveva rivelato di aver contratto questi prestiti senza riferirne al Parlamento e ai suoi donatori internazionali. In seguito alla vicenda, l’FMI e la maggior parte dei donatori avevano sospeso i loro aiuti. Il caso, chiamato del “debito nascosto”, ha poi costretto le autorità di Maputo a sospendere il rimborso del suo debito e la moneta nazionale, il metical, è crollata, precipitando il Paese nella peggior crisi finanziaria dall’indipendenza nel 1975.

Pedinamenti di dirigenti

La seconda vicenda riguarda invece esclusivamente la Svizzera e risale al periodo 2016-2019. Era venuta a galla nel settembre 2019, quando l’allora top manager della banca Iqbal Khan, in procinto di passare alla concorrente UBS, si era reso conto di essere pedinato e aveva sporto denuncia. Tre detective privati erano stati arrestati e avevano confessato di essere stati assunti da Credit Suisse.

Il caso aveva poi portato alla dimissione di due dirigenti. L’amministratore delegato Tidjane Thiam era in un primo momento restato alla testa della banca, ma poi nel febbraio 2020 aveva dovuto gettare a sua volta la spugna, rassegnando le dimissioni.

L’indagine condotta dall’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari, le cui conclusioni sono appunto state presentate mercoledì, ha constatato gravi violazioni del diritto in materia di vigilanza da parte di Credit Suisse. Dall’inchiesta è emerso che nel periodo in questione, la banca aveva pianificato sette pedinamenti, gran parte dei quali sono poi stati effettuati. Oggetto della sorveglianza erano membri della direzione in Svizzera e altri ex collaboratori nonché soggetti terzi all’estero.

Le modalità di pianificazione e svolgimento dell’attività di pedinamento hanno messo in luce “notevoli carenze” a livello di buon governo di impresa e “comprovano l’inadeguatezza della cultura imprenditoriale in parti della gestione operativa di allora in seno a Credit Suisse”, rileva la Finma.

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Ulteriori misure da prendere

L’istituto ha nel frattempo già adottato varie misure organizzative e operative negli ambiti della sicurezza e dei mezzi di comunicazione. La Finma considera i provvedimenti adeguati, ma ha ordinato l’adozione di misure supplementari. La banca si impegna pertanto a elaborare un nuovo sistema interno affinché la direzione possa informare il consiglio di amministrazione o uno dei suoi comitati in via continuativa in merito a temi importanti in materia di governo d’impresa. Inoltre, eventuali pedinamenti saranno d’ora in poi soggetti ad approvazione a un livello gerarchico superiore (CEO e presidente del consiglio di amministrazione), affinché le responsabilità possano essere attribuite in modo chiaro, efficiente e documentato.

La Finma ha inoltre ammonito per iscritto due persone e avviato procedimenti nei confronti di altre tre, fa sapere l’autorità senza fare nomi.

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