Sì, viaggiare!… ma insieme
L'autostop degli anni Settanta è stato rivisitato nel Luinese da un progetto che promuove la mobilità sostenibile: Equostop.
Una trentina di associazioni presenti sul territorio della Comunità Montana Valli del Verbano ha ideato, sin dallo scorso anno, il progetto EquostopCollegamento esterno. Si tratta di un’iniziativa dal basso che vuole contribuire a contrastare il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici modificando le abitudini e gli stili di vita della gente. Così dal recupero dell’antica pratica dell’autostop si è pensato di combattere più fattivamente il degrado ambientale dapprima costruendo una nuova solidarietà tra le persone e poi creando la possibilità di muoversi insieme in maniera differente.
Come funziona Equostop?
Si entra a far parte di una delle associazioni del territorio aderenti al progetto per ottenere una “card”. L’Equocard, che va esposta in maniera visibile, dà così l’opportunità di richiedere o dare passaggi all’interno di un circuito fidelizzato e sicuro. L’autostop solidale prevede il riconoscimento di un equo contributo a chi concede il passaggio (pari a 0,50€ per spostamenti da un paese all’altro e di 1€ per spostamenti più lunghi).
Equostop rappresenta un’eccellente combinazione tra associazionismo e tecnologia. Sì, perché proprio in questi mesi è in fase di finalizzazione una App per smartphone che potrà permettere di prenotare o concedere il passaggio e di conseguenza di garantire orari certi agli equostoppisti. Questa App consentirà infine la tracciabilità della CO2 economizzata. In breve sarà possibile calcolare i chilometri percorsi facendo “equostop” che saranno poi trasformati in kg di CO2 non emessa nell’atmosfera. Grazie agli accordi presi con le amministrazioni comunali del territorio si verrà a creare un sistema di punti “NO CO2” con i quali il cittadino virtuoso usufruirà di una serie di benefits.
Ad oggi ci sono poco più di 200 iscritti a questo progetto che mira fortemente a coniugare sostenibilità e socialità. Se si pensa che Equostop copre potenzialmente un bacino di 80 mila abitanti e che serve anche gli spostamenti frontalieri con la Svizzera sembra evidente l’impatto che potrebbe avere sull’ambiente, sulla salute e sulle tasche della popolazione.
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