Algoritmo svizzero per distinguere opera vera da un falso
Una start-up di Zurigo ha messo a punto un algoritmo per verificare l'autenticità di un'opera.
Per decenni, gli esperti hanno dubitato dell’autenticità di un autoritratto di Van Gogh conservato alla Galleria nazionale di Oslo. Poi, nel gennaio di quest’anno, è arrivata la conferma: il dipinto è inequivocabilmente dell’artista fiammingo, ha annunciato il Museo di Amsterdam, dopo averne studiato lo stile, la tecnica e i materiali.
Una conclusione a cui era già giunto l’algoritmo sviluppato da Carina Popovici e Christiane Hoppe-Oehl, fondatrici di Art Recognition.
Il software paragona le caratteristiche di opere autentificate con il dipinto da valutare e poi calcola la percentuale di probabilità che il quadro sia originale. Nel caso dell’autoritratto di Van Gogh si era arrivati al 97%.
In sostanza, l’algoritmo impara come dipingeva un artista. “Deve disporre di almeno 200 immagini. Poi può paragonarle a un’altra che non conosce e analizzarne le analogie”, spiega alla RSI Carina Popovici.
Il software non è pensato per sostituire completamente gli esperti. La società fondata da Carina Popovici e Christiane Hoppe-Oehl ne ha del resto assunto uno, Ully Wille, che per anni ha lavorato da Sotheby’s. “Sarà uno strumento molto utile in caso di litigi tra esperti, di lotte di potere tra istituti certificatori”, osserva quest’ultimo.
Il servizio del TG:
tvsvizzera.it/mar con RSI (TG del 23.6.2020)
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