Il Giappone ricorda la fine della Seconda guerra mondiale
Il 15 agosto del 1945 lo storico annuncio dell'imperatore giapponese Hirohito segnò la fine della Seconda Guerra mondiale. A 75 anni di distanza, l'attuale Imperatore Naruhito ha pronunciato un discorso di rimorso per le atrocità commesse dal suo Paese durante le ostilità. Di carattere molto diverso, invece, il discorso del premier Shinzo Abe.
Quest’anno le commemorazioni si sono tenute in forma ridotta a causa della pandemia di coronavirus. “Ripensando al lungo periodo di pace del dopoguerra, riflettendo sul nostro passato e tenendo presente i sentimenti di profondo rimorso, spero vivamente che le devastazioni della guerra non si ripetano mai più”, ha detto l’imperatore Naruhito davanti al memoriale di Tokyo alla presenza di sole 500 persone, rispetto alle 6’000 dello scorso anno.
Nel discorso del premier Shinzo Abe, invece, non sono state pronunciate di rimorso. Fin da quando è alla guida del Paese dal 2012, Abe non ha mai ammesso le atrocità di guerra giapponesi durante i discorsi del 15 agosto, rompendo con una tradizione quasi ventennale. Quest’anno non ha fatto eccezione.
Nel suo discorso ha sottolineato che il benessere attuale del Paese è costruito sul sacrificio di chi è morto nel conflitto. Ha promesso poi che “la tragedia della guerra non sarà mai ripetuta”, citando tra gli altri i bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki.
Quattro ministri del governo – tra i quali quello dell’istruzione – si sono recati in visita al controverso santuario Yasukuni, dedicato a chi morì al servizio dell’imperatore, tra cui diverse figure politiche di spicco condannate per crimini di guerra. Era dal 2016 che un politico non vi si recava. Abe non è andato, come invece fece nel dicembre 2013 provocando la rabbia dei Paesi che subirono l’occupazione nipponica. Ha tuttavia inviato un’offerta al santuario.
I colori della guerra
Nel prossimo video, scopriamo il progetto di una studentessa nipponica che con l’aiuto di un superstite di Hiroshima, ha colorato al computer le immagini dell’epoca.
tvsvizzera.it/Zz/ats/reuters con RSI (Tg del 14 e 15.08.2020)
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