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Mattarella respinge le dimissioni di Draghi

Mario Draghi ai tempi supplementari
Mario Draghi ai tempi supplementari Lapresse

Il capo del governo è salito al Quirinale dopo la defezione dei Cinque Stelle sul voto di fiducia al Senato sul decreto aiuti alle famiglie e alle imprese. Ma il presidente della Repubblica rimanda alle Camere il governo.

Anche perché il contestato – dai grillini che non avevano nessuna intenzione di ritirare i loro rappresentanti in governo – decreto-legge è passato con 172 voti, ben oltre la maggioranza richiesta.

Mario Draghi ritiene però che, dopo lo strappo dei grillini, non vi siano più le condizioni politiche per portare il governo fino alla fine della legislatura ma la crisi, per volere di Sergio Mattarella, seguirà la via istituzionale prevista. Il dibattito sulla fiducia e le comunicazioni del governo sono in agenda per mercoledì.

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In una nota il capo dello Stato, che nel tardo pomeriggio (intorno alle 17 e alle 19) ha incontrato a due riprese Mario Draghi, scrive che “non ha accolto le dimissioni e ha invitato il presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni, affinché si effettui, nella sede propria, una valutazione della situazione che si è determinata a seguito degli esiti della seduta svoltasi oggi presso il Senato della Repubblica”.

Dopo la chiusura dei mercati il premier aveva convocato alle 18.15 il Consiglio dei ministri e annunciato che sarebbe salito al Colle per rinunciare all’incarico. Una decisione che non lasciava adito a dubbi sull’esito della vicenda.

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La comunicazione del premier Mario Draghi

“Buonasera a tutti, voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica. Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più.

È venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo. In questi giorni da parte mia c’è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche. Come è evidente dal dibattito e dal voto di oggi in Parlamento questo sforzo non è stato sufficiente.

Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi.

Queste condizioni oggi non ci sono più. Vi ringrazio per il vostro lavoro, i tanti risultati conseguiti. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo raggiunto, in un momento molto difficile, nell’interesse di tutti gli Italiani. Grazie”.

Da parte del M5S di criticano le forzature del premier sull’inceneritore di Roma su cui l’orientamento del movimento è sempre stato chiaro e “coerente”.

Di qui a mercoledì si affacciano diversi scenari e il quadro politico sarà in piena evoluzione. Difficile al momento preventivare i reali sviluppi della crisi. Potrebbe essere insediato rapidamente un governo di scopo che traghetti il paese alle elezioni del 2023 facendo la legge di bilancio e attuando le riforme del Pnrr indispensabili per i fondi elargiti dall’UE.

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Ma a questo punto non è neanche esclusa la conferma dell’attuale gabinetto o le elezioni anticipate, su cui insistono Fratelli d’Italia dall’opposizione.

Il Pd vede sfumare l’ipotesi “campo largo” con il M5s di Conte e spera che la corsa di Draghi non sia finita. “La giornata decisiva sarà mercoledì, quando Draghi riferirà in Senato, non oggi”, dice il ministro della Cultura Dario Franceschini.

Il centrodestra, soprattutto con Lega e Fdi, si ricompatta in vista delle elezioni attaccando i Cinque Stelle ma le sfumature, soprattutto in Forza Italia, sono sostanza politica. Per il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta “l’Italia non può fare a meno di Draghi”.

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