Mai così tante minacce nei confronti delle autorità
Gli autori delle minacce spesso si nascondono dietro l'anonimità di uno schermo.
Keystone / Alastair Grant
Il 2021 è stato un anno da record per quanto riguarda le minacce nei confronti delle autorità. Ad essere colpiti, in particolare, sono stati consiglieri federali, membri del Parlamento e giudici.
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tvsvizzera.it/mrj
Lo rivela l’Ufficio federale di polizia (Fedpol) nel suo rapporto d’attività 2021, precisando che le segnalazioni ricevute sono state oltre 1’200 e nl 10% dei casi sono servite misure concrete, come per esempio la convocazione degli autori delle minacce.
Questo fenomeno ha subìto un’impennata a causa della pandemia: “Incitamenti all’odio non sono una novità assoluta. Succede anche con altri temi, particolarmente discussi. Ma la pandemia è stata come una diga che ha ceduto. Un numero così alto di minacce come nel 2021, non l’avevamo mai visto”, spiega Berina Repesa, portavoce di Fedpol.
Per la ricerca di minacce o inviti all’azione sulle reti sociali e nei siti web, Fedpol ha istituito nel 2021 la task force “Cymon” – acronimo per Cyber Monitoring. Solo da metà settembre alla fine dell’anno, il gruppo ha elaborato fino a 4000 messaggi ogni giorno. Il numero di minacce variava sensibilmente a seconda del momento. All’annuncio di nuove misure contro il Covid-19, le minacce salivano alle stelle. Anche il referendum contro la Legge COVID-19 in novembre ha registrato un picco.
Le segnalazioni sono passate da 246 nel 2019 a 1’215 nel 2021, mentre le minacce reali sono passate da 18 a 120. “In 120 casi le minacce sono state analizzate più approfonditamente. Si è verificato se queste persone erano già note alla polizia o se detenevano delle armi. Nei loro confronti sono poi state prese delle misure concrete, che vanno da un ammonimento, a una convocazione presso la polizia, fino a una denuncia al ministero pubblico”, aggiunge Repesa. Un’evoluzione che non piace alla Fedpol: “A lungo termine potrebbero esserci delle conseguenze più estese. Se i politici non si mettono più a disposizione, perché temono delle minacce, la nostra democrazia è a rischio”.
Questa preoccupazione è fondata: sia i toni, sia i contenuti dei messaggi diventano sempre più minacciosi. Le minacce, poi, vengono principalmente diffuse in rete, in maniera anonima e questo non fa altro che rendere la situazione ancora più pericolosa.
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