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Lukashenko a Pechino per ovviare alle sanzioni

Il presidente cinese Xi Jinping ha accolto con tutti gli onori a Pechino, inclusi i 21 colpi a salve di cannone sparati in Piazza Tienanmen, l'omologo bielorusso Aleksandr Lukashenko, dal quale ha ottenuto il pieno sostegno alla proposta cinese in 12 punti per risolvere la crisi in Ucraina, presentata il 24 febbraio e bocciata da Kiev, Usa ed Europa.

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“Dobbiamo attenerci alla direzione della soluzione politica, abbandonare ogni mentalità da Guerra Fredda, rispettare le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti i paesi e costruire un’architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile”, ha detto Xi al suo interlocutore, stretto alleato del presidente russo Vladimir Putin, nella Grande sala del popolo.

“L’incontro di oggi si svolge in un momento molto difficile verso cui si richiedono nuovi approcci non ortodossi e decisioni politiche responsabili che dovrebbero mirare innanzitutto a prevenire uno scivolamento in un confronto globale che non vedrebbe vincitori”, ha replicato Lukashenko, che ha anche lodato “le proposte di pace e l’iniziativa sulla sicurezza internazionale” di Pechino i cui contorni sono ancora indefiniti.

In nome dell’amicizia “indissolubile” tra Cina e Bielorussia, Xi ha promesso più scambi e investimenti su nuovi livelli a cementare le relazioni bilaterali, quando l’Occidente, in risposta al sostegno dato all’aggressione di Mosca contro Kiev, ha colpito Minsk con pesanti sanzioni.

Per Pechino, in fondo, è solo la conferma della postura “neutrale” sul conflitto con una valutazione autonoma, spesso declinata in funzione delle relazioni commerciali e di business.


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