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Piovono le condanne al test nucleare nordcoreano

Non si sono fatte attendere le reazioni di buona parte della comunità internazionale dopo il test nucleare effettuato dal regime di Pyongyang. L’opzione militare? Donald Trump non la esclude.

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“Vedremo”. Così il presidente americano Trump ha risposto a chi gli chiedeva se gli Stati Uniti attaccheranno la Corea del Nord. L’inquilino della Casa Bianca ha inoltre indicato che Washington “sta considerando, oltre ad altre opzioni, anche la possibilità di porre fine ai rapporti commerciali con qualsiasi paese che fa affari con la Corea del Nord.

“Gli Stati Uniti stanno considerando, oltre ad altre opzioni, anche la possibilità di mettere fine ai rapporti commerciali con qualsiasi Paese che fa affari con la Corea del Nord”. Lo twitta il presidente americano Donald Trump.

 

Angela Merkel ed Emmanuel Macron, che hanno avuto un colloquio telefonico domenica, hanno dal canto loro affermato che “la recente provocazione del regime nordcoreano ha raggiunto una nuova dimensione”, secondo quanto rende noto un comunicato della cancelleria. Merkel e Macron si sono espressi a favore di un inasprimento delle sanzioni dell’Ue nei confronti della Corea del Nord.

Merkel e Macron hanno concordato sul fatto che la Corea del Nord “calpesta con i piedi il diritto internazionale, e per questo la comunità internazionale deve reagire con determinazione e unità di fronte a questa nuova escalation”. “A fianco al Consiglio di sicurezza dell’Onu anche l’Unione europea si sente chiamata in causa”, continua il comunicato.

Condanne sono giunte pure dalla Russia e dalla Cina. Il ministro degli esteri russo Lavrov si è detto “estremamente preoccupato” per il nuovo test nucleare compiuto dalla Corea del Nord che merita la “condanna più forte”. La leadership nordcoreana sta creando una “grave minaccia” per la regione, ha aggiunto Lavrov mettendo in guardia sul fatto che proseguire su questa linea porterà a “gravi conseguenze”.

Anche la Svizzera ha preso posizione, sottolineando che “questo test viola le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, costituisce un pericolo per la pace e la sicurezza nella regione e si oppone agli sforzi della comunità internazionale nel settore della non proliferazione delle armi nucleari”, scrive il Dipartimento federale degli affari esteri in una presa di posizione inviata all’agenzia telegrafica svizzera.

Berna “è convinta che una soluzione ai problemi nucleari e di sicurezza nella penisola coreana può essere trovata solo attraverso un processo negoziato e diplomatico. È anche pronta a rispondere a qualsiasi richiesta che possa contribuire agli sforzi per promuovere la stabilità e di pace nella penisola coreana”.

Il test di una bomba a idrogeno è avvenuto domenica alle 12.00 locali (le 5.30 in Svizzera). L’esperimento è “riuscito perfettamente”, ha dichiarato una presentatrice di Kctv alcune ore dopo il sesto esperimento nucleare nordcoreano. L’emittente ha aggiunto che il nuovo test, di una potenza nettamente superiore a quelli precedenti, costituisce una tappa “significativa” nella strategia nucleare del Paese.

La bomba fatta esplodere aveva una potenza fino a 100 chilotoni, circa cinque volte più forte della bomba sganciata dagli Usa sulla città nipponica di Nagasaki nell’agosto del 1945. È quanto ha reso noto Kim Young-woo, capo della commissione difesa del parlamento della Corea del Sud, citando le stime dei militari sudcoreani.

Ma la Corea del Nord ha veramente la capacità di fare partire delle testate nucleari verso altri paesi? L’analisi di un esperto:

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