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Le scorte d'emergenza, una saggia e antica abitudine elvetica

RSI-SWI

In un servizio del 1981 della Radiotelevisione svizzera RSI le raccomandazioni alle famiglie sulle scorte d'emergenza da tenere in casa per far fronte alle possibili crisi internazionali. Una pratica che sta tornando d'attualità.

Questo contenuto è stato pubblicato il 26 ottobre 2023 - 10:24

Si sa, gli svizzeri sono previdenti e nulla è lasciato al caso. Dagli anni della Guerra fredda, più precisamente all'indomani della crisi dei missili di Cuba dell'ottobre 1962, quasi tutte le case hanno il loro bunker antiatomico e la legge federaleLink esterno prescrive e regola la costituzione delle scorte di beni essenzialiLink esterno (derrate alimentari, medicinali, carburanti) per far fronte a eventuali crisi contingenti.

Non solo per non farsi trovare improvvisamente sguarniti di determinate merci ma anche per tutelarsi di fronte a impreviste e rilevanti oscillazioni dei prezzi sui mercati internazionali. Quanto sta avvenendo su materie prime, fonti energetiche e grano (soprattutto quello di provenienza ucraina e russa)  è sotto gli occhi di tutti in  queste settimane.

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In un servizio del 1981 della trasmissione "A conti fatti" della Televisione Svizzera Italiana (Tsi) le raccomandazioni alle famiglie sulle scorte d'elergenza.  

Gli importatori privati sono tenuti per leggeLink esterno a immagazzinare e rinnovare periodicamente le riserve di questi prodotti ma anche alle famiglie viene raccomandato di tenere per circa specifici quantitativi di farina, latte, zucchero, oli e burro, riso, caffè ed altro ancora per una settimana. Una volta questa lista comprendeva anche il sapone e il tabacco. Un'abitudine che è accompagnata dal famoso detto, tutto rossocrociato, "Scorta d'emergenza, saggia previdenza". 

Il costo delle scorte è di 12 franchi per abitante all’anno (dato del 2018), ma era ancora di 43 franchi nel 1995. RéservesuisseLink esterno immagazzina le riserve alimentari, CarburaLink esterno coordina le scorte dei vettori energetici, dalla benzina al gasolio per i riscaldamenti, HelvecuraLink esterno è responsabile per gli agenti terapeutici, AgricuraLink esterno dei fertilizzanti azotati e ProvisiogasLink esterno del metano.

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Per un lungo periodo poteva apparire come una pratica superflua (e costosa), frutto della nota prudenza elvetica. Ma la pandemia prima, e il conflitto armato in Ucraina poi hanno fatto tornare di attualità la questione, che per lungo tempo – probabilmente dalla crisi petrolifera del 1973 – sembrava superata dalla globalizzazione che ha avvicinato i mercati e allontanato - si diceva - i rischi nell'approvvigionamento dei beni essenziali.

Da inizio aprile, è storia di questi giorni, Berna ha reintrodotto l'obbligo di costituire scorte di sementi di colza, di cui la Confederazione è totalmente dipendente dall'estero, per coprire l'eventuale fabbisogno annuo per la produzione di olio.

Ma c'è di più: nella prima metà di quest'anno il governo metterà in consultazione un progetto che mira a potenziare le scorte federali che attualmente sono mediamente finalizzate alla copertura del fabbisogno nazionale per almeno un trimestre.

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