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Le piazze svizzere si sono colorate di viola

Sciopero delle donne.
Più di 2000 donne si sono radunate sulla Piazza federale di Berna. ©keystone/peter Schneider

In occasione della giornata dello sciopero delle donne, migliaia di persone si sono mobilitate in tutto il Paese contro la riforma dell'AVS 21.

Sulla Piazza federale a Berna, dove oggi si sono riunite circa 2000 persone, “le donne hanno discusso con i passanti e i parlamentari per attirare la loro attenzione sulla povertà femminile in età pensionabile. Le donne ricevono una pensione inferiore di un terzo rispetto agli uomini. Sono quindi i bassi salari e le pensioni delle donne a dover essere aumentati, non la loro età pensionabile”, ha dichiarato il sindacato Unia.

Come ogni 14 giugno, anche oggi le piazze svizzere si sono tinte di viola in occasione dello sciopero delle donne in cui vengono rivendicati salari e condizioni più equi.

“Spesso lavorano a tempo parziale, senza aver scelto di farlo, in professioni scarsamente retribuite, ma comunque riconosciute come essenziali, come l’assistenza, la vendita o le pulizie. E sono ancora le donne a svolgere la maggior parte dei lavori domestici e familiari, senza alcuna retribuzione o riconoscimento”, ha aggiunto il sindacato.

Il servizio del Quotidiano sul raduno ticinese:

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Le donne si stanno quindi mobilitando oggi, ma si stanno anche preparando per un altro grande sciopero nel 2023, ha spiegato Unia. Azioni e dimostrazioni si stanno svolgendo in più di 30 comuni svizzeri. A Soletta, è hanno condiviso un picnic femminista e a Berna hanno scritto le loro richieste con il gesso per terra, per riappropriarsi lo spazio pubblico. Anche a Ginevra, Zurigo, Basilea, Lucerna, La Chaux-de-Fonds, Neuchâtel e nella Vallée de Joux sono in corso azioni.

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Petizione europea

Anche Feminist Asylum, una coalizione europea di 261 organizzazioni di 18 Paesi europei, ha scelto la data simbolica del 14 giugno per inviare al Consiglio federale e al Parlamento una petizione femminista europea per l’effettivo riconoscimento di motivi di asilo specifici per donne, ragazze e persone lgbtiqa+.

Il testo è già stato presentato il 18 maggio alla Commissione europea per le petizioni a Bruxelles, con 39.063 firme raccolte online (35.482) e su carta (3.581) tra novembre 2021 e maggio. Chiede ai rappresentanti eletti “una maggiore attenzione alle vittime di violenza di genere e un impegno concreto e sistematico per l’effettiva attuazione delle disposizioni del diritto internazionale che garantiscono il diritto alla protezione e all’asilo per le persone vulnerabili”.

La petizione ricorda che le donne che intraprendono la via dell’esilio – da sole o con i loro figli – per sfuggire a un matrimonio forzato, per evitare mutilazioni genitali, per proteggersi da un partner violento o per sfuggire a minacce di morte a causa del loro orientamento sessuale, spesso subiscono gravi violenze alle frontiere dell’UE. Sono esposte al traffico di esseri umani, rimpatriate illegalmente o reindirizzate in base ad accordi iniqui verso Paesi che non riconoscono la violenza di genere.
 

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