Le caramelle Ricola finiscono in tribunale negli USA
Ricola, una storia di successo iniziata quasi 100 anni fa a Laufen, nei pressi di Basilea.
Keystone / Martin Ruetschi
Negli Stati Uniti è stata intentata una causa collettiva contro il produttore delle famose caramelle svizzere. La confezione è ritenuta "ingannevole".
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tvsvizzera.it/mar
Il motivo per cui la filiale americana dell’azienda elvetica è finito nel mirino di avvocati specialisti nelle cosiddette ‘class action’ è molto semplice: sul pacchetto di caramelle sta scritto “Prodotto con erbe alpine svizzere”, ciò che crea l’aspettativa che le erbe raffigurate siano responsabili dell’effetto curativo, mentre invece l’unica sostanza attiva che può alleviare il mal di gola è il mentolo. Ma ciò è indicato solo sul retro del pacchetto.
“Pensiamo che dovrebbe essere segnalato in modo più evidente che la sostanza terapeutica è il mentolo e non le erbe alpine svizzere”, dice alla Radiotelevisione Svizzera l’avvocato Spencer Sheehan.
La ditta svizzera si è per ora limitata a respingere le accuse e ha sottolineato di essersi sempre attenuta in modo corretto a tutte le normative.
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Questo tipo di cause collettive sono piuttosto diffuse negli Stati Uniti e molti legali ne hanno fatto un vero e proprio modello di business. “Gli avvocati hanno un forte interesse personale. Una simile azione legale viene preparata in poche ore e costa solo 400 dollari per le spese. Non viene fatta per i consumatori”, osserva l’avvocato Lorenz Wolffers.
Il rischio per l’accusa è minimo perché, a differenza di quanto avviene ad esempio in Svizzera, di norma non deve pagare le spese legali della controparte in caso di sconfitta.
Per l’azienda, invece, cause del genere comportano grandi rischi finanziari. I costi per la difesa possono rapidamente ammontare a centinaia di migliaia o addirittura a diversi milioni di dollari, afferma Wolffers.
A volte per evitare procedure lunghe e costose, le parti si accordano per un patteggiamento. E a guadagnarci è chi lancia la ‘class action’, avvocati in primis.
Spencer Sheehan, che ha raccolto quasi 500 denunce, respinge le critiche secondo cui queste cause collettive non sono in fondo che un modo per arricchirsi: “Senza ‘class action’ i consumatori non avrebbero nessun mezzo per difendersi dalle aziende quando fanno qualcosa di sbagliato. Chi lo nega di solito è un sostenitore delle grandi aziende”.
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